Napoli, la Iervolino nell’angolo attacca i pm

NapoliIl suicidio di Giorgio Nugnes, le dimissioni, appena tre giorni fa, dell’assessore al Bilancio Enrico Cardillo: una brutta settimana quella che il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino si lascia alle spalle. E davanti un futuro a tinte fosche. Con il primo cittadino che, dopo quello di maggio che vide l’avvicendamento di cinque esponenti dell’esecutivo di Palazzo San Giacomo, annuncia un altro maquillage in un’amministrazione partenopea che assomiglia ormai ad una navicella in balìa delle onde di un mare sempre più tempestoso.
Parla di «clima pesante», il primo cittadino, e di «sciacallaggio dei media», la Iervolino, dopo l’omaggio alla salma dell’ex assessore. Ed arriva ad evocare addirittura il clima di Tangentopoli: «Il segreto istruttorio è diventato il segreto di Pulcinella. Io non so se questo lo ha spaventato, come dice qualcuno, ma certo questo clima da adesso succede chissà che cosa, non aiuta». E ancora: «Questa non è la prima né l’ultima volta, io ero al governo ai tempi di Tangentopoli quando non si sapeva quali ministri fossero in carica e quali fossero stati dimessi. La differenza è che allora c’era molto più rispetto per il segreto istruttorio - dice il primo cittadino -, il socialista Rino Formica venne in Consiglio dei ministri e disse di essere stato raggiunto da un avviso di garanzia. Nessuno sapeva nulla, perché non c’erano intercettazioni o altre cose sui giornali. La novità è questa specie di sciacallaggio stampa».
Chiaro riferimento alle voci che parlano di timori, da parte di Nugnes, per una seconda inchiesta condotta dalla Dda che avrebbe potuto coinvolgerlo dopo quella degli scontri di Pianura che lo aveva portato ai domiciliari. Punto, questo, sul quale arriva puntuale la smentita del coordinatore della Dda Franco Roberti: «Posso smentire con certezza che vi sia alcun collegamento con la criminalità organizzata. La camorra, come tante altre volte, non c’entra niente».
Ma il legale di Nugnes, l’ex senatore della Margherita Nello Palumbo, conferma che «Giorgio sapeva da un mese e mezzo di essere oggetto di accertamenti da parte della Procura di Napoli per un altro filone di indagine». Dichiarazioni, comunque, quelle della Iervolino, che alimentano anche uno scontro a distanza con la Procura napoletana che deve intervenire, attraverso il numero uno Giovandomenico Lepore, per precisare che «le intercettazioni vengono trascritte negli atti perché sono alla base di misure cautelari: per legge, dobbiamo produrre degli elementi di prova e dobbiamo quindi farne cenno. La fuga di notizie invece è sempre deprecabile, perché danneggia sia le indagini, sia le persone nella loro comunità. Del resto, quando ci sono state fughe di notizie a Napoli, ho aperto dei fascicoli in Procura».
Di certo, nel tourbillon di conferme e puntuali smentite, c’è un sindaco sempre più alle corde, un’amministrazione sempre più preda di lotte intestine: l’abbandono di uno dei pezzi «pregiati», l’assessore al Bilancio, è significativo del clima di sfiducia che ormai aleggia su Palazzo San Giacomo. O è, come ormai si chiedono in molti, il sinistro presagio di una tempesta giudiziaria che potrebbe abbattersi tra non molto sulla politica napoletana? In poche parole, Cardillo, è l’interrogativo che circola insistentemente da venerdì, ha abbandonato la barca per tornare agli «studi universitari, perché non ho più stimoli nella politica», come aveva detto nella conferenza stampa di commiato, o perché ha subodorato il rischio che possa aprirsi un periodo di particolare «attenzione» sull’attività amministrativa del Comune? Tra l’altro, il diretto interessato (maliziosamente sollecitato da qualche giornalista) aveva escluso qualsiasi candidatura alle prossime Europee.
Tutte domande, comunque, alle quali è difficile dare una risposta: la verità, probabilmente, è nei cassetti della Procura, pronta a saltare fuori. L’unica burrasca certa, al momento, è quella politica di un centrosinistra giunto ormai alla fine della propria parabola. E che sta consumando gli ultimi scampoli di un’ostinata resistenza.

Sullo sfondo, il dramma di Giorgio Nugnes (i cui funerali saranno celebrati questa mattina nel suo quartiere, Pianura, ndr) e la sua ultima lettera al sindaco, del 17 ottobre scorso. «Cara Rosetta, confido di provare al più presto la mia innocenza», scriveva l’esponente politico del Pd. Poi, sabato mattina, l’ultimo, drammatico atto della sua vita.

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