Napoli - La barbarie di Capodanno, si è scatenata un'ora prima che scoccasse la mezzanotte. A Torre Annunziata, popoloso comune dell'area vesuviana, un uomo è stato ucciso da un proiettile vagante mentre stava aspettando la mezzanotte, giocando a carte con i familiari. La tragedia è avvenuta all'interno dell'abitazione della vittima, al nono piano di un edificio, nel centralissimo corso Vittorio Emanuele. Giuseppe Veropalumbo, 30 anni, professione carrozziere, è stato colpito al cuore da un proiettile e si è accasciato, sotto gli occhi della moglie e di una ventina di parenti. A Napoli, la civilissima Napoli (si fa per dire, ovviamente), si festeggia anche cosi: a colpi di pistola e fucile, non solo con bombe carta e mortai.
«È morto tra le mie braccia», dice il cognato, Angelo Sermino. È in lacrime l'uomo, non sa darsi pace, per questa tragedia cosi assurda. «Ma le istituzioni dove sono, vogliamo sapere chi ha ucciso Peppe, chiediamo giustizia».
Il carrozziere è stato portato in ambulanza in ospedale ma quando è arrivato in pronto soccorso era già morto. Veropalumbo lascia la moglie e un bambino di un anno. La polizia sta cercando di risalire all'autore di questo omicidio, il numero 108 nel 2007: le perizie dovrebbero consentire di individuare l'abitazione dalla quale è partito il proiettile che ha ucciso il carrozziere.
Un episodio analogo è avvenuto anche nel casertano, a Trentola Ducenta. Un bambino italiano, Karim, 10 anni, figlio di genitori tunisini è in fin di vita: un proiettile vagante lo ha colpito alla testa poco prima della mezzanotte, mentre stava giocando nel giardino di casa. Il padre, marmista, lo ha visto accasciarsi, lo ha chiamato, sperando che stesse scherzando, invece, Karim, aveva un foro in fronte e perdeva molto sangue. L'uomo ha preso in braccio il figlioletto e lo ha portato in ospedale. Dopo un primo passaggio all'ospedale di Aversa, Karim è stato trasferito all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli. Una équipe di chirurghi lo ha sottoposto a un intervento chirurgico alla testa ma non è stato possibile estrarre il proiettile. Le sue condizioni sono disperate. Davanti al reparto di neurochirurgia, piange mamma Rachid, tre figli, tutti nati in Italia. «Mamma sangue, sangue, mi diceva mio figlio mentre lo portavano via. Io dico che non si può morire in modo cosi assurdo. Se mio figlio è condannato, allora voglio morire con lui». Duro il primogenito di Rachid, Mohamed. «Queste cose ci si aspetta che avvengano in Irak e non qui. Il vicequestore Antonio Sferragatta del commissariato di Aversa, sta coordinando l'attività investigativa per cercare di risalire al criminale che ha esploso il proiettile che ha ferito gravemente Karim. Nel Casertano, oltre al bambino di 10 anni, altre quattro persone sono rimaste ferite da colpi di pistola. Complessivamente, a Napoli, tra botti e proiettili, sono rimaste ferite 85 persone, mentre sono 135 in tutta la Campania. Ma, la strage rischia di non essere ancora finita: ci sono i botti del giorno dopo, i mortaretti non esplosi che vengono riutilizzati dai ragazzini, che ogni anno fanno registrare decine di vittime.
Festeggiava a colpi di pistola Michele Testa, 28 anni, evaso dagli arresti domiciliari per andare a sparare contro le serrande di un negozio.
Capodanno tragico anche sulle strade: 5 morti in due diversi incidenti avvenuti sulla tangenziale di Napoli (tre), mentre due motociclisti sono morti a Massa Lubrense, in costiera amalfitana.
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