Napoli senza speranza: spari su una bimba

Proiettile vagante ferisce la piccola di sei anni. In serata due uomini colpiti in mezzo alla strada

Carmine Spadafora

da Napoli

Da poco sono trascorse le due del pomeriggio, quando, all’improvviso, si sente il crepitare dei colpi di pistola. Due sicari sparano in aria, poi abbassano la mira e fanno fuoco contro un «basso» di piazza Crocelle, nel famigerato quartiere di Barra, periferia orientale di Napoli, dominata dalla camorra. Sulla traiettoria di uno dei proiettili si trova Ilaria, una bambina di 6 anni, tenuta per mano dalla giovane madre. Una pallottola le trafigge la spalla da parte a parte. La piccola esplode in un pianto dirotto, mentre la madre cerca di portarla in un posto sicuro.
Esce del sangue dalla spalla di Ilaria, mentre qualcuno, terminata la pioggia di proiettili, ferma una macchina e la bambina viene portata in ospedale. Un miracolo ha strappato la piccola alla morte: sarebbero bastati pochi centimetri, infatti, e la pallottola le avrebbe trafitto il cuore. Solo pochi giorni di prognosi per lei e, nel pomeriggio, il ritorno a casa.
Le forze dell’ordine si sono messe al lavoro per cercare di chiarire chi fosse l’obiettivo dei killer: sembra da escludere, al momento, che proprio la piccola fosse finita nel mirino delle loro pistole. Anche se questa ipotesi non è del tutto tramontata in quanto la bambina è figlia di un pregiudicato, attualmente in carcere, e fratello di un boss della zona, Giovanni Aprea. I proiettili probabilmente erano destinati ad un altro pregiudicato che vive nello stesso edificio di piazza Crocelle, anch’egli in carcere e, anch’egli legato agli Aprea. Un’azione dimostrativa, «un avvertimento contro qualcuno che, probabilmente, ha commesso uno sgarro» si lascia sfuggire un investigatore.
Anche ieri, dunque, a Napoli, un innocente ha rischiato di rimetterci la vita. E in serata altre due persone sono state ferite a colpi di arma da fuoco, sparati da alcuni sconosciuti in corso Amedeo di Savoia, una delle strade più trafficate della città. I feriti sono stati soccorsi dai passanti: uno di loro è in gravi condizioni. Nella città «colabrodo», tra scippi, rapine e regolamenti di conti tra cosche rivali, la morte è sempre dietro l’angolo. Proprio piazza Crocelle evoca ricordi tragici, risalenti ad una quindicina di anni fa, quando una mezza dozzina di sicari, armati di kalashnikov, fecero fuori quattro uomini di un altro clan. Anche in quella circostanza, un bambino, che stava portando a spasso il proprio pony, restò ferito di striscio. Non ce la fece, invece, un’anziana che si affacciò precipitosamente al balcone: la donna fu fulminata da un infarto. Gli artefici di quella strage furono arrestati nel giro di poche settimane: tre fratelli furono arrestati e, successivamente, condannati all’ergastolo. A Barra, da mesi, si sta combattendo una dura faida tra il clan Aprea e la cosca degli Alberto - Celeste - Guarino. Racconta un poliziotto: «A rinfocolare gli odi tra questi due clan è stato l’indulto. Alcuni esponenti dei nemici degli Aprea, infatti, sono stati scarcerati: e le sparatorie sono riprese».
La questione criminalità a Napoli è stata al centro dell’incontro di ieri al Viminale fra il primo cittadino Rosa Russo Iervolino, il presidente della regione Campania Antonio Bassolino e il ministro dell’Interno Giuliano Amato. In questo clima, appena terminato l’incontro, il sindaco Iervolino ha ancora una volta minimizzato quel che succede nella sua città.

È arrivata perfino a paragonare Napoli a Strasburgo e Bruxelles. Commentando lo scippo subito l’altro ieri da un parlamentare inglese, ha detto senza alcun senso del ridicolo: «Anche io e mia figlia siamo state borseggiate all’estero. A me è capitato a Strasburgo e Bruxelles».

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