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Napoli, ucciso in un agguato ferite due donne incinte

Ancora sangue per un agguato in via Sanità. La vittima, 21 anni, era con la moglie incinta colpita a una mano, l'altra una passante anch'essa in attesa di un bimbo, è stata colpita alla schiena

Napoli, ucciso in un agguato 
ferite due donne incinte

Napoli - I proiettili, stasera a Napoli, hanno colpito due donne incinte. Giovanissimo criminale, ritenuto affiliato al clan Misso, con un curriculum di tutto rispetto per i suoi 21 anni d'età, diversi precedenti, obbligo di firma per una rapina, muore Pasquale Conte, un figlio del rione Sanità. Accanto a lui, davanti a un bar, ci sono due ragazze, ferite entrambe, una è sua moglie, colpita di striscio ad una mano, l'altra è più grave. Ma i due bimbi sarebbero sopravvissuti all'agguato.

Accade intorno alle 18, nella piazzetta dominata dalla chiesa di San Vicenzo, del rione dei natali di Totò: tanto splendore, in preda al degrado. Proprio di fronte c'é il bar Molinari, "o Monnacone", illuminato a festa per Natale. I tre giovani si trovano all'ingresso, non varcano la soglia, chiacchierano forse, quando una o più armi da fuoco sparano. Molti colpi, quattro uccidono Conte: tre al braccio, uno al petto. Uno ferisce sua moglie, Maria Montariello, 22 anni, incinta da 22 settimane, alla mano. Un altro ferisce Elena Guasco, 26 anni, la prende di spalle: per pochi centimetri viene mancata la colonna vertebrale. La donna è in condizioni gravi, e i medici non si sbilanciano troppo neanche sulle sorti della gravidanza, ma è fuori pericolo.

Dopo l'agguato, il quartiere Sanità si riversa nel cortile d'ingresso dell'ospedale San Gennaro. La furia, prima ancora del dolore, esplode contro i carabinieri. Il rombo dei motorini cavalcati da giovanissimi, gli insulti, le grida indecifrabili delle mamme, delle zie. "Adesso sparano anche alle nostre donne incinte", dice qualcuno, indignato col nemico. Ci sono i parenti di Pasquale: la mamma piange disperata: "Non lo vedevo bene - dice in dialetto napoletano - aveva detto che stava diventando un ragazzo responsabile, responsabile, sì...Me lo hanno ammazzato". Un'altra donna avverte al telefonino qualcuno della famiglia: "Si è fatto male a una coscia, niente di grave", mente. Se chiedi cosa è successo, la risposta è: "un incidente", e poi gli occhi si alzano al cielo e le spalle si stringono. Se lo raccontano loro, i familiari, al telefono, non ne sanno niente: "E' successo...non lo so quello che è successo, vieni. Pasquale è morto".

I carabinieri ritengono che Conte possa aver avuto un ruolo nella

latitanza di Emiliano Zapata Misso, nipote del boss Giuseppe, ed arrestato dai carabinieri a Roma nel febbraio del 2006 mentre cercava di fuggire in Spagna. A Emiliano Zapata era stato affidato il compito di reggente il clan.

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