Roma La campagna elettorale a Napoli si è fatta torrida, tra accoltellamenti di studenti di sinistra e bombe carta e aggressioni dei centri sociali contro il candidato Pdl Lettieri. E nel clima di conflitto tra opposti estremismi l’ex pm Luigi De Magistris, europarlamentare dipietrista in corsa per la poltrona di sindaco, finisce nell’occhio del ciclone per le imprudenti candidature nella sua lista. Non bastava infatti Francesco Caruso, indimenticabile leader no global partenopeo e ora grande fan dell’ex pm; e neppure il Centro sociale Insurgencia, noto per le battaglie anti-discarica e schierato con il candidato Idv. A fianco di De Magistris, e rappresentati nella sua lista, ci sono anche i Carc. Un partitino che rivendica la propria ideologia «marxista-leninista-maoista», il cui acronimo sta per «Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo», e che è salito alla ribalta delle cronache giudiziarie perché più volte sfiorato dalle inchieste sulle nuove Brigate rosse. La leader napoletana, tal Fabiola D’Aliesio, è stata candidata dall’europarlamentare Idv nella sua lista per le comunali.
Pd e Pdl vanno all’attacco: «De Magistris prenda le distanze dalle frange violente dei gruppi che lo sostengono, e mi riferisco ai Carc: sono un peso per tutta la coalizione», tuona Andrea Orlando, commissario Pd a Napoli. Sprezzante la replica dell’ex pm: «Io non devo prendere le distanze da nessuno, anche perché sono sicuro della mia credibilità. È Orlando, ma soprattutto il suo candidato Morcone, che dovrebbe farlo rispetto a chi, Bassolino in primis, ha massacrato questa città».
Il Pdl denuncia una «strategia della tensione della sinistra extraparlamentare che appoggia De Magistris», alimentata a colpi di sputi e bombe carta contro Lettieri. E De Magistris, serafico, replica che «non si può mettere sullo stesso piano un’aggressione nazifascista (l’accoltellamento all’Università, ndr) con una protesta verbale che al massimo può aver generato uno sputo». In perfetta sintonia con l’esponente dei Carc Luigi Sito, per il quale «uno sputo in faccia non si può paragonare a quello che Lettieri e chi gli sta intorno si ripropongono di attuare in Campania a danno dei lavoratori, cioè dei veri e propri crimini sociali». Conclusione: «L’unico che può guidare Napoli in accordo con le organizzazioni operaie è De Magistris».
Per ottenere l’appoggio dei militanti «marxisti-leninisti-maoisti», d’altronde, l’ex pm ha anche rivendicato un insospettato pedigree da sostenitore del proletariato in lotta: ha concesso una pensosa intervista al sito dei Carc, rivelando: «Nel conflitto capitale-lavoro io sin da subito e sempre mi sono schierato dalla parte del lavoro! Questo significa schierarsi coi più deboli». E ha annunciato che, se eletto sindaco, avrà tra le sue priorità quella di «investire in case del popolo». L’obiettivo, perseguito con sprezzo del pericolo e pure del ridicolo, è quello di attirare su di sé i voti di tutta quella sinistra radicale che si è sentita tradita dalla scelta di Nichi Vendola di appoggiare il candidato del Pd Morcone. E così il 27 aprile scorso De Magistris si è esibito sul palco di un comizio, a Chiaiano, al fianco di Francesco Caruso, che si è sperticato in lodi: «Luigi è vicino alle forme di conflitto sociale in cui siamo impegnati».
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