Cronaca locale

"Io infermiera anti-Covid stuprata". L'orrore dell'immigrato a Napoli

L’aggressore l’ha afferrata e scaraventata per terra, facendole volare via il telefono e strappandole il giubbino di dosso

Il Metropark di Napoli
Il Metropark di Napoli

Un’infermiera di Avellino è stata vittima di una violenza sessuale in pieno giorno, nel parcheggio Metropark adiacente alla stazione ferroviaria di Napoli Centrale. Domenica scorsa la donna stava rientrando dal proprio turno e, dopo aver preso la metropolitana, era arrivata al parcheggio per aspettare l’autobus che l’avrebbe riportata a casa sua ad Avellino. La donna, di 48 anni, per una concomitanza di cose si è ritrovata da sola nel parcheggio ad aspettare il mezzo pubblico: era arrivata in anticipo e, a causa della riduzione delle corse per l’emergenza Covid-19, avrebbe dovuto aspettare un’ora perché il suo autobus partisse. A quell’ora del pomeriggio, circa le 14,30, il luogo era completamente desolato e così la donna non ha potuto fare altro che sedersi su una panchina del parcheggio e aspettare pazientemente l’arrivo dell’autobus. Non avrebbe mai immaginato che una normale situazione come quella si sarebbe trasformata in un incubo, rendendola vittima di violenza sessuale.

La donna, un’infermiera di 48 anni, lavora presso il reparto di psichiatria di una struttura pubblica, dove si occupa di tutti coloro che hanno bisogno di affetto e attenzione dopo aver affrontato l’infezione da Coronavirus. È ormai appurato che la pandemia ha effetti nocivi tanto sull’organismo quanto sul benessere mentale delle persone, e i reparti di psichiatria risultano cruciali tanto quelli di rianimazione o di malattie infettive. Nel primo pomeriggio di domenica, alla fine del suo turno, si è diretta verso il parcheggio Metropark, su Corso Arnaldo Lucci, per prendere l’autobus che l’avrebbe riportata a casa. A quel punto, un uomo di origini senegalesi ha scavalcato la recinzione e ha cominciato a dirigersi verso di lei. Impaurita dal gesto improvviso dell’uomo che le ha afferrato il braccio, la donna ha subito pensato a una rapina. Ha preso la sua borsa e l’ha consegnata allo sconosciuto, ignara delle vere intenzioni dell’uomo.

Il racconto della donna continua con lo spaventoso dettaglio dell’aggressore che le dice di non essere interessato ai suoi soldi. “Quell’uomo mi stava addosso – ha raccontato l’infermiera a la Repubblica– e stringeva da dietro il braccio intorno al collo. Soffocavo”. Dopo, l’aggressore l’ha afferrata e scaraventata per terra, facendole volare via il telefono e strappandole il giubbino di dosso. La violenza sessuale si è consumata nel silenzio e nel vuoto del parcheggio, senza che ci fosse qualcuno a dare aiuto alla donna. L’infermiera, tuttavia, non era completamente sola: il parcheggio è controllato da un sistema di sicurezza che usa delle telecamere per video sorvegliare l’area. L’uomo di origini senegalesi è stato individuato e successivamente arrestato dalla polizia per violenza sessuale.

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