Cronaca locale

Campania, rivolta contro De Luca: "Chiusura scuole è una sconfitta"

Centinaia di genitori e presidi hanno protestato davanti Palazzo Santa Lucia contro la decisione del governatore Vincenzo De Luca di chiudere le scuole. In piazza anche gli autisti degli scuolabus rimasti senza lavoro

Campania, rivolta contro De Luca: "Chiusura scuole è una sconfitta"

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, travolto dalle proteste. Sono passate circa 3 settimane dal suo successo elettorale eppure il malcontento nella Regione verso l’esponente del Pd sta divampando.

Ad innescare il tutto la decisione presa nella serata di ieri dallo stesso De Luca di emanare una nuova ordinanza per contrastare la crescita di casi di contagio da coronavirus. È la chiusura per due settimane delle scuole il punto che ha fatto storcere il naso a molti. Dopo le pesanti critiche del ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che ai microfoni di Zapping su Radio1 Rai ha spiegato che la decisione presa dal governatore è"gravissima e profondamente sbagliata" ora ad esprimere dissenso sono dirigenti scolastici, famiglie e lavoratori che questa mattina si sono ritrovati di fronte al Palazzo della Regione.

"È una grave sconfitta per tutti. La pagheranno i ragazzi più fragili, quelli che non hanno una famiglia alle spalle che riesca a sostenerli anche nello studio. Una sconfitta, ma non si possono fare miracoli. Le scuole sono avvolte nel caos, tra gestione di casi Covid, tracciamenti dei compagni e degli insegnanti, difficoltà a contattare le Asl, famiglie pronte a qualsiasi tipo di rimostranza nei nostri confronti”, ha dichiarato a Repubblica Angela Cambri, dirigente di un istituto comprensivo della provincia."Avremmo dovuto fare di tutto per scongiurare che accadesse. Non ci siamo riusciti- ha aggiunto- E non è solo un problema delle scuole: la follia dei trasporti è sotto gli occhi di tutti. Sicuramente siamo dinanzi ad una scelta che segna un fallimento per la scuola pubblica. Sottoposta a uno stress psicofisico notevole".

La sua non è una voce isolata."Io me l'aspettavo", ha commentato il preside Mario Sironi che, dinanzi alle difficoltà degli istituti, parla di "stillicidio quotidiano difficile da governare". "Le scuole- ha sottolineato- non reggono. Non riusciamo a governare una precarietà "oraria": le cose cambiano da un'ora all'altra, con classi in quarantena, docenti positivi, famiglie in fibrillazione, ritardi nelle comunicazioni da parte delle Asl. Classi aperte, classi chiuse, Dad, Did, problemi normativi. Se si voleva davvero far funzionare le scuole bisognava semplificare, eventualmente anche riducendo gli orari. Possibile che, ad esempio, le superiori debbano ora programmare l'alternanza scuola-lavoro? Manca il senso della realtà. E mancano docenti e bidelli. Solo ieri c'è stata data la possibilità di chiamare i prof che mancano...".

Sui dati reali si basa il ragionamento di una preside di una scuola superiore del centro di Napoli. "I numeri dei contagi nelle scuole sono sotto lo zero virgola. Sono assolutamente insignificanti. Non è nelle scuole che si diffonde il contagio. Non è chiudendole che fermeremo l'emergenza sanitaria", ha spiegato la dirigente che vuole restare anonima perché “voglio esprimermi con chiarezza: si tratta di una pagliacciata. Non serviva la risalita dei contagi per rendersi conto di cosa accade sui mezzi pubblici, e non può, la scuola, pagare lo scotto di altri disservizi. E poi siamo chiari: i ragazzi non andranno a scuola, ma non esiteranno a uscire. Chiudendo le scuole neghiamo loro l'unico spazio di socialità che offra sicure garanzie anti Covid".

Dice la sua anche la scrittrice e insegnante Viola Ardone: "La chiusura delle scuole in Campania è una dichiarazione di impotenza. Se ne è parlato per mesi, ma la prima cosa da sacrificare è ancora e sempre la scuola. In particolare poi lasciare i bambini di infanzia ed elementari a casa su chi graverà se non sui genitori (vedi: madri) e i nonni, categoria a rischio? Siamo stati mesi a mettere in piedi un'utopia: far ripartire la scuola in sicurezza. E la scuola è un luogo sicuro. Se il problema sono i trasporti, che si intervenga sui trasporti! I nostri figli hanno bisogno di scuola".

La protesta monta. Anche numerosi genitori si sono dati appuntamento sotto la Regione per protestare contro la delibera di De Luca e contro la Dad. L'appuntamento è partito da "Priorità alla scuola", un gruppo che già durante il lockdown si era battuto contro la didattica a distanza. Molti sono arrivati in via Santa Lucia portando anche i bambini. Questi ultimi hanno disegnato e giocato davanti alla sede dell'amministrazione. Un po’ come una lezione all’aria aperta mentre a qualche metro da loro i genitori protestavano contro De Luca.

"Oggi è il giorno più buio per la scuola”, è scritto su un manifesto che le mamme hanno portato per protestare. Ma in questa delicata vicenda ci sono risvolti anche economici. Perché con la chiusura degli istituti gli autisti degli scuolabus sono rimasti di nuovo senza lavoro. Anche loro hanno aderito alla manifestazione. I conducenti alla guida dei tradizionali bus gialli dedicati al trasporto scolastico si sono radunati nel quartiere Fuorigrotta e, dopo essere transitati sul lungomare, si sono diretti in un lungo corteo fino alla sede della Regione Campania per sollecitare un aiuto economico. A ogni passaggio, gli autisti ricevono l’applauso delle mamme presenti alla manifestazione.

Altri forti critiche contro il governatore sono stati lanciati dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, da tempo in pessimi rapporti con De Luca. "La chiusura delle scuole è solo l'inizio. De Luca ha alzato bandiera bianca: sarà inevitabile un nuovo lockdown", ha dichiarato il primo cittadino a 'The Breakfast Club' su Radio Capital. "Basta dire che questa è una situazione inaspettata. È da giugno- ha aggiunto De Magistris- che aumentano i contagi. E De Luca non ha fatto niente: non ci sono medici o infermieri in più, niente tamponi o nuovi posti letto. Assistenza domiciliare completamente assente. Cosa è stato fatto in tutti questi mesi di proclami e lanciafiamme? È venuta fuori tutta l'inadeguatezza della sanità pubblica della regione. Gli ospedali sono già in tilt".

Quattordici giorni di stop alle scuole ed università in Campania. In realtà basta vedere il calendario per capire che lo stop sarà più lungo: bambini e ragazzi, a meno di impresti e di nuove decisioni di De Luca, potranno entrare in classe dopo l’1 novembre. Il timore di un altro difficile anno scolastico è sempre più concreto.

La risposta di De Luca non si è fatta attendere. Nella ormai classica diretta su Facebook il governatore difende i provvedimenti presi in questi giorni e annuncia altri più restrittivi su movida e mobilità in Campania. "Nel weekend di Halloween, americanata che è monumento all'imbecillità, chiuderemo tutto alle 22 – ha affermato il governatore - sarà il coprifuoco, non sarà consentita neanche la mobilità. Probabilmente potremo decidere un blocco della mobilità dopo la mezzanotte anche prima di quel weekend. Sentiremo il Viminale, perché se decidiamo una misura del genere occorrono controlli e sanzioni rigorose. Chi diffonde l'epidemia non usando le mascherine deve essere considerato autore di un reato. Con questi numeri non si può scherzare. L'obiettivo è tenere in piedi 80-90 per cento delle attività economiche, se la gente ci aiuta indossando le mascherine ed evitando uscite irresponsabili di notte".

Tornando sull'ordinanza di stop alle scuole De Luca non usa mezze parole: "Le mezze misure non servono più a niente, prima prendiamo decisioni forti meglio è. Se tardiamo ci avviciniamo al momento in cui saremo costretti a prendere decisioni ancora più gravi ma con l'acqua alla gola. È responsabile prendere oggi decisioni difficili senza attendere oltre". Il governatore ha poi spiegato che la situazione demografica campana è molto delicata. Pertanto "guai a noi se perdiamo controllo sull'area metropolitana di Napoli che è quella con maggior densità abitativa d'Europa. Perciò abbiamo preso e dobbiamo prendere decisioni di rigore prima degli altri. Obiettivo fondamentale è salvare le vite, non abbassare il numero dei contagiati".

De Luca ha ammesso che "finora ci sono stati 487 decessi in Campania, enormemente meno di altre regioni; un miracolo tenuto conto della densità abitativa. Ma questa situazione può cambiare subito, nulla ci garantisce se non le scelte che prenderemo e la responsabilità nel rispettarle". Per evitare il peggio, secondo De Luca, è necessario prendere "misure di guerra. Per salvare le vite dei nostri concittadini dobbiamo decidere, costi quel che costi. Se l'alternativa è tra decidere e salvare vite, io non ho dubbi". Infine il governatore lancia un appello ai campani: "Vi chiedo comprensione e collaborazione. A volte vengono assunte decisioni difficili, ma mai a cuor leggero. L'amarezza è che basterebbe avere comportamenti responsabili da parte di tutti per risolvere i problemi. Le forze dell'ordine e le polizie municipali facciano il necessario.

Al 90% di persone e famiglie perbene, che hanno compreso la situazione, chiedo di aiutarci e di avere comprensione".

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