Cronaca locale

Sciacalli e senzatetto nella fabbrica dismessa del Comune

A Napoli nella fabbrica della ex Corradini sciacalli rubano le impalcature alla luce del sole e senzatetto da anni trovano riparo nell'abbandono

Sciacalli e senzatetto nella fabbrica dismessa del Comune

Hanno smontato una delle tante impalcature arrugginite che dovrebbero sostenere gli stabilimenti in rovina, hanno caricato i tubi su un’auto - entrata non si sa come - e li hanno portati via. Succede all’interno della ex Corradini, una storica fabbrica dismessa situata a Napoli, sorta nel 1872 nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. Un bene con vincolo culturale diventato comunale nel 1999. Secondo i progetti finora rimasti irrealizzati, l’area dovrebbe essere riqualificata per diventare polo culturale. Ma con il passare degli anni, l’abbandono in cui è stata lasciata la sta facendo crollare a pezzi. E ora degli sciacalli stanno contribuendo alla sua devastazione. Accedono all’area con l’auto. Fanno ingresso da un cancello chiuso con un catenaccio. Dicono di avere le chiavi. Come, resta un mistero. Alla luce del sole commettono un furto. Non un furto qualunque, un furto che mette a repentaglio la vita di capannoni che senza quel sostegno metallico sono destinati a crollo certo se nessuno interviene per rimediare.

L’assenza di controlli e la scarsa attenzione delle istituzioni lasciano campo libero ai malintenzionati, all’interno di quei capannoni fatiscenti dove dei senzatetto hanno trovato persino dimora. “Siamo in 6”, spiega un uomo di origini straniere, verosimilmente di etnia rom. Ci porta a vedere lo spazio in cui con gli altri si è accampato. Dove tutto rischia di finire giù da un momento all’altro. Con delle lenzuola hanno realizzato delle tende sotto cui trovano riparo. Ma non sono gli unici abitanti di quell’area. C’è vita in quel sito reso spettrale dall’abbandono. Un uomo in trance rivolge il suo sguardo perso verso il mare. Con sé ha solo uno zaino. Poco più avanti c’è un capannone vuoto. Lì vicino si sono sistemate altre persone. Una donna su una sedia contempla qualcosa in silenzio all’ombra. Dentro qualcuno resta dietro la porta. Davanti a quella che è diventata la loro abitazione svetta una delle tante strutture fatiscenti che si trovano nel sito. Il tetto è ancora coperto da lastre di amianto, danneggiate dal tempo. Non dovrebbero esserci più, come nel resto dei capannoni dove sono state rimosse in passato. Invece continuano a far danni lenti e silenziosi a chi frequenta quel posto e a chi vive poco distante, che da circa venti anni attende di veder rinascere la ex Corradini.

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