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Outlet illegale, carabinieri sequestrano migliaia di abiti ricettati e contraffatti

Una 32enne è stata arrestata e altre due persone, tra cui la sorella della donna, sono state denunciate

Outlet illegale, carabinieri sequestrano migliaia di abiti ricettati e contraffatti

I carabinieri della Compagnia di Poggioreale hanno scovato un outlet multi marca illegale nel comune di Casoria, nell'hinterland Nord di Napoli. Sono migliaia i capi che i militari hanno sequestrato durante il blitz che ha portato all’arresto di Nunzia Cervelli, 32 anni il prossimo 18 giugno, e alla denuncia di altre due persone, tra le quali anche la sorella della donna. I clienti avevano la possibilità di scegliere il capo a loro più gradito, di provarlo nei camerini e, una volta fatta la propria scelta, di pagarlo a un prezzo molto conveniente. Dopo potevano uscire dall'outlet soddisfatti, con il loro capo di marca acquistato a prezzo stracciato, sicuramente molto più basso che se lo avessere comprato in negozio.

Capi rubati o contraffatti

Tutto questo avveniva in un sottoscala, dove una 32enne e la sorella vendevano abiti sia per uomo che per donna, oltre a calzature per entrambi i sessi. Secondo quanto emerso si trattava di 1760 capi di abbigliamento che erano erano stati rubati all’interno di megastore Zara e Bershka della provincia di Bari e Caserta. Quasi tutti gli articoli erano infatti etichettati, nuovi e senza neanche una piega, praticamente appena usciti dalla fabbrica. Sicuramente un grosso affare anche per i clienti che potevano così aggiudicarsi capi anche molto costosi al prezzo di pochi euro.

L'outlet nel sottoscala

Stiamo parlando di uno stock di merce del valore di più di 60mila euro. Gli articoli in questione erano magicamente scomparsi dai bilanci e dai magazzini delle due società , per poi ricomparire nel sottoscala adibito a outlet illegale. Oltre a capi veri c’erano però in esposizione anche 416 abiti e 79 paia di scarpe con marchi contraffatti. La 32enne è stata arrestata e si trova adesso agli arresti domiciliari in attesa di giudizio.

Sono invece stati denunciati, ma si trovano in stato di libertà, sia la sorella della donna che il proprietario del locale. Adesso dovranno rispondere di ricettazione e produzione e commercializzazione di merci contraffatte. Tutta la merce originale confiscata dai carabinieri è già stata restituita alle aziende.

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