Pedopornografia, agli arresti domiciliari sacerdote di Benevento

Il direttore della Caritas cittadina è finito nelle maglie della giustizia in seguito a un’indagine della procura di Torino

Pedopornografia, agli arresti domiciliari sacerdote di Benevento

L’inchiesta è partita dalla procura della Repubblica di Torino. I giudici indagano per scoprire una rete di pedopornografia che coinvolgerebbe persone in tutta Italia. A finire nelle maglie della giustizia anche un sacerdote di Benevento, don Nicola De Blasio, direttore della Caritas cittadina. Il prete è agli arresti domiciliari con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. Un fulmine a ciel sereno che ha scosso un’intera comunità. Don Nicola è molto conosciuto a Benevento ed è impegnato nel sociale da diversi anni. Il sacerdote si è prodigato molto a favore dei più deboli, anche durante il periodo più critico della pandemia.

Sgomento e incredulità si è registrato nella diocesi di appartenenza del direttore della Caritas. L’arcivescovo Felice Accrocca ha avviato un’indagine interna. “Sono sorpreso e amareggiato – ha dichiarato al quotidiano la Repubblicama sono vicino a don Nicola, non deve sentirsi solo. È una situazione che mi addolora: evitiamo, però, sciacallaggi”. La Chiesa locale ha diramato una nota nella quale ha specificato: “Esprimiamo vicinanza alle famiglie dei minori, soggetti di sfruttamento con video e foto. Assicuriamo agli organi competenti piena collaborazione, perché si giunga alla verità dei fatti”.

La diocesi è convinta che don Nicola possa fare al più presto chiarezza sull’intera vicenda. Intanto, in città sono numerose le persone che hanno espresso solidarietà al sacerdote accusato di pedopornografia. Diversi cittadini hanno testimoniato sull’operato del prete, che è stato sempre vicino alle fasce sociali più povere e fragili.

Ha fatto scalpore anche il blitz effettuato mercoledì scorso a casa di don De Blasio da parte della polizia postale che ha sequestrato il computer, il telefonino e altri supporti informatici presenti nell’abitazione. L’arresto è stato deciso dal giudice perché sono stati trovati archiviati video e immagini a sfondo sessuale che ritraevano anche minorenni.

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