“Poliziotti tornati dalle zona rosse e subito al lavoro. Ora diversi positivi al Covid-19 tra gli agenti”. A lanciare l’allarme è il segretario generale di Napoli del sindacato Upl sicurezza, Roberto Massimo. La preoccupazione è che quegli agenti rientrati nelle scorse settimane dal Nord Italia, quando ancora non era stato imposto l’isolamento obbligatorio di 14 giorni per chi si spostava dalle zone rosse, possano aver veicolato il contagio tra i colleghi . “I poliziotti – rivela Massimo – sono tornati asintomatici e hanno continuato a lavorare. Poi, a seguito delle restrizioni governative e regionali, gli altri per fortuna sono stati messi in quarantena”.
Oggi a Napoli sono diversi i poliziotti risultati positivi al nuovo Coronavirus. Massimo non riesce a fornire un dato complessivo preciso per Napoli: “Sono al corrente - dice - di svariati contagi tra i poliziotti napoletani, in particolar modo nel reparto Prevenzione crimine”, che è il reparto di cui fanno parte gli agenti ritornati dalle zone focolaio dell’epidemia. Del primo gruppo di poliziotti partiti da Napoli e impiegati a Lodi dal 24 febbraio al 4 marzo, due – secondo quanto riferisce – sono poi risultati positivi al Covid-19. “Un altro positivo – aggiunge Massimo – non ha partecipato al servizio nelle zone rosse, ma ha prestato servizio con altri colleghi in auto”. “Il dirigente – è la sua accusa – non ha informato, come previsto dalla norma, i responsabili dei lavoratori ex 81/2008, né i sindacati della polizia, né quelli dei civili. Non sappiamo se sono state sanificate le auto, gli uffici, gli alloggi della struttura di Monte di Dio”. L’Upl – dice il segretario di Napoli rispondendo alle nostre domande – aveva chiesto di attuare tutte le tutele possibili, anche di mettere gli agenti in quarantena preventiva se questo fosse servito ad abbassare il rischio di infettarsi. Ma la legge non lo impediva e alcuni agenti sono rientrati subito in servizio. Ora è difficile stimarne anche le eventuali conseguenze.
Complicato, in questa situazione, contenere il contagio se non si fanno tamponi a tutti e se non si riesce a garantire un’adeguata protezione sul lavoro. “Abbiamo ricevuto numerose testimonianze rispetto alla mancanza di mascherine in tutti gli uffici della Questura di Napoli, un grido di preoccupazione che proviene dal personale verso il sindacato che rappresento - dichiara Massimo - Viene lamentata l’assenza dei dispositivi di protezione individuali più essenziali. Ci dobbiamo rendere conto che siamo in guerra”. Upl sicurezza Napoli da giorni denuncia la carenza di dispositivi di protezione individuale per gli operatori di Napoli della Polizia di Stato. L’organizzazione sindacale, per tamponare questa insufficienza, ha provveduto ad acquistare 400 mascherine, in attesa che arrivino “le 500 ffp2, 200 ffp3 e 400 chirurgiche promesse dalla Direzione centrale di Sanità”.
“Un plauso va al questore di Napoli Alessandro Giuliano – ci tiene a sottolineare il leader del sindacato - che con grande acume e responsabilità sta gestendo la situazione di pericolo dei suoi lavoratori che quotidianamente sono in prima linea come lo sono i medici, gli infermieri e gli addetti al 118, annoverando il disagio e le sofferenze degli addetti alla sicurezza che oggi definirei in trincea e che senza la materiale disponibilità di strumenti e dispositivi di protezione individuale (compreso gel antibatterico) non possono operare al meglio e con la giusta serenità”. “Da giorni – riferisce - proviamo a lanciare messaggi ed appelli in tal senso, ma che si perdono nel silenzio assordante della politica e di chi è chiamato a fare le scelte sul territorio. Le istituzioni stanno sottovalutando la necessità di tutelare la salute degli uomini e delle donne della polizia di Stato che sono baluardo della sicurezza di tutti i cittadini”.
“Chiediamo – conclude Massimo - urgenti risposte, in primis al governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. I poliziotti sono anche essi cittadini ed elettori e non possono essere abbandonati al proprio destino”.Segui già la pagina di Napoli de ilGiornale.it?
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