Cronaca locale

Stipendio dimezzato ai lavoratori che stavano troppo in bagno: nei guai i titolari di un’azienda salernitana

I carabinieri hanno anche sequestrato 800 tonnellate di concentrato di pomodoro egiziano, spacciato per italiano, che conteneva pesticidi oltre la norma

Stipendio dimezzato ai lavoratori che stavano troppo in bagno: nei guai i titolari di un’azienda salernitana

Quando i carabinieri hanno effettuato il blitz in un’azienda che produce conserve di Nocera Inferiore, nel Salernitano, non immaginavano di scoprire i gravi abusi che subivano i lavoratori. I militari erano giunti in fabbrica per sequestrare 800 tonnellate di concentrato di pomodoro egiziano, spacciato per italiano, che conteneva pesticidi oltre la norma. Giunti sul posto, raccogliendo la documentazione in possesso dei titolari della ditta, si sono resi conto che gli operai venivano sottoposti a turni snervanti, anche di 43 ore filate. L’aspetto più sconvolgente, però, è che i lavoratori venivano controllati anche quando andavano in bagno. Se la pausa durava più del dovuto, il tempo perso veniva decurtato dallo stipendio.

I due proprietari dell’attività imprenditoriale sono finiti nei guai. Ad A. P. M. T. e ad A. D. M, come riporta Fanpage, sono stati notificati rispettivamente una misura cautelare agli arresti domiciliari e un divieto di dimora. Tra gli operai vessati anche alcuni italiani, oltre alla maggioranza provenienti dall’estero, i quali erano costretti a fare lavori pensanti in cambio di 4,35 euro l’ora. Il monitoraggio avveniva attraverso le videocamere installate in più punti dello stabilimento, in dispregio delle norme sulla privacy. I carabinieri hanno proceduto anche alla confisca di beni per un totale di quasi un milione di euro. Le accuse nei confronti dei titolari dell’azienda sono di commercio di sostanze alimentari nocive, di caporalato nel settore agroalimentare e di corruzione.

Gli inquirenti hanno scoperto l’attività criminale perché insospettiti dal comportamento di un funzionario pubblico che, in cambio della promessa di un posto di lavoro per la figlia e per se stesso quando sarebbe andato in pensione, ha truccato i controlli periodici avvisando per tempo i titolari dell’impresa sulla data in cui sarebbero stati effettuati i test.

L’uomo è adesso indagato per rivelazione di segreto d'ufficio e dovrà difendersi in tribunale.

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