Cronaca locale

Università, il Censis boccia gli atenei campani

Tra i mega atenei statali la Federico II si piazza ultima. Diverse le variabili utilizzate per stilare le classifiche

Università, il Censis boccia gli atenei campani

Pessime notizie per la Campania sul fronte della cultura. Le sette Università della Regione si piazzano agli ultimi posti delle speciali classifiche annuali dedicate degli atenei italiani stilate dal Censis in base ad un insieme di variabili che vanno dalle strutture disponibili ai servizi erogati, dalle borse di studio al prestigio internazionale, arrivando alla "comunicazione 2.0", un indicatore che valuta anche il coinvolgimento registrato nell'ultimo anno dai profili di una struttura sui classici social network, YouTube e LinkedIn.

In testa alla graduatoria per i mega atenei statali ( quelli con più di 40mila iscritti) si conferma l’Università di Bologna con un punteggio di 89,8 punti. Seguono, l’Università di Padova (88 punti) e La Sapienza di Roma (86,5). Quarto posto per l’Università di Pisa (85,2) che sorpassa quella di Firenze (82,7).

Fuori dalla top five ci sono l’Università Statale di Milano (82,7), l’Università di Palermo e quella Torino a pari merito (80,8 punti). Chiudono la classifica l’Università di Bari (80,2) e la Federico II di Napoli (72,3) L’università partenopea è ultima in tutti gli indicatori tranne che nell'internazionalizzazione dove è penultima. Il gap più profondo lo si registra nella "comunicazione 2.0" e nei servizi digitali offerti: in questo settore Bologna è ancora prima con 104 punti mentre l’ateneo partenopeo è ultimo con 66 punti.

Non va meglio ad altre due Università campane incluse nei 19 grandi atenei italiani (quelli con più di 20 mila studenti): gli atenei di Salerno (84,8) all'undicesimo posto e la Vanivitelli (79,2) al sedicesimo si piazza nella parte bassa della classifica.

Primo posto spetta all'Università di Pavia (91 punti). Sul podio, in ordine, si piazzano l’ateneo di Perugia (90,8) e l’Università della Calabria (90,3). Seguono la Ca’ Foscari di Venezia (88,7), l'Università di Milano Bicocca (88,5). Il risultato non particolarmente brillante di Salerno è dovuto soprattutto del decremento dell'indicatore borse e altri servizi (-28 punti). Relativamente alla comunicazione, lo stesso ateneo si piazza al secondo posto con 104 punti dietro alla Cà Foscari.

Altre note dolenti per le Università campane arrivano dalla classifica dei 16 medi atenei italiani (quelli che hanno tra i 10mila e i 20mila studenti). Questa graduatoria è chiusa dalle napoletane L'Orientale e Parthenope che fanno registrare dati pessimi per quanto riguarda il grado di internazionalizzazione. In testa si piazza Siena facendo scendere in terza posizione Trento, lo scorso anno prima.

Tra i 9 piccoli atenei italiani (quelli con meno di 10mila iscritti) prima è Camerino, seguita da Macerata. Al terzo posto sale Reggio Calabria che scala tre posizioni grazie all'incremento di 8 e 6 punti sui servizi web e occupabilità. L'Università del Sannio, a causa di 23 punti in meno su borse e servizi, è al penultimo posto.

Anche la classifica delle università private vede all'ultimo posto, tra i 4 medi atenei, l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli (69,2 punti), lontanissima dalla Luiss di Roma che guida la graduatoria (93,2).

"Quella del Censis è una classifica che non dà conto della qualità degli atenei, ma del contesto territoriale nel quale operano", ha affermato al Corriere del Mezzogiorno Matteo Lorito, rettore della Federico II. "È chiaro - ha evidenziato- che senza residenze per gli studenti e mense l'attrattività nei confronti di potenziali iscritti provenienti da altre zone d'Italia o dal'estero cala. Ne risente anche il parametro della internazionalizzazione".

Lorito ha, poi, spiegato che la realizzazione delle case dello studente e delle mense non dipende dall'Università “ma dall'azienda per il diritto allo studio. Scontiamo gravi ritardi, ma ci sono importanti progetti in corso che potrebbero essere finanziati e garantirebbero mille posti letto almeno". Allo stesso tempo, il rettore della Federico II garantisce che si sta lavorando "molto anche sul fronte della digitalizzazione". I dati della classifica, secondo Lorito, non devono trarre in inganno:"Restiamo un ateneo di grande qualità e prestigio, con 80.000 studenti, vari Dipartimenti di eccellenza ed un tasso di occupazione dei laureati, a tre anni dal conseguimento del titolo magistrale, del 90%. Non lontano dalla media nazionale".

Anche Lucio D'Alessandro, rettore del Suor Orsola Benincasa, parlando al Corriere del Mezzogiorno ha sottolineato che le classifiche "sono sempre una fotografia molto parziale della realtà". "In generale – ha spiegato - penso che per valutare qualcosa bisognerebbe tenere conto di una molteplicità di fattori. Nel caso specifico, bisognerebbe per esempio considerare che le Università campane, al pari di altre che sono attive in determinate aree del Paese, caratterizzate da contesti economici e sociali problematici, giocano in un campo di calcio diverso da quello che praticano gli atenei ubicati nelle aree più sviluppate sotto il profilo economico".

Premesso ciò, secondo D’Alessandro le valutazioni si possono fare e sono utili ma nell'interpretarle "bisogna sempre considerare che sono parziali ed opinabili.

Come, del resto, dimostra bene la circostanza che Università bocciate dal Censis compaiono in ben altra posizione in altre classifiche che considerano parametri differenti".

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