I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Napoli Stella hanno arrestato per contrabbando di sigarette Giovanni Scognamiglio, 33enne di Ercolano già noto alle forze dell’ordine. Questa la tecnica utilizzata dall’uomo secondo i militari: le sigarette venivano vendute in città, ma i grossi carichi rimanevano stoccati in provincia, in depositi insospettabili. Così facendo, in caso di controlli delle forze dell’ordine, si evita l'arresto e si rischiano solo sequestri e sanzioni amministrative.
É il caso del 33enne che rivendeva le "bionde" a porta Nolana, poco distante da piazza Garibaldi, lasciando che la parte principale della merce fosse depositata a Ercolano. Nonostante gli accorgimenti, i carabinieri lo hanno adocchiato e dopo vari pedinamenti hanno individuato il furgoncino con il quale Scognamiglio si muoveva.
Grazie ad un Gps montato sul veicolo i carabinieri lo hanno seguito fino al box di Ercolano, in via ex Cook. Nel magazzino ben 71 casse di sigarette per un peso complessivo di 704 chili. I tabacchi, tutti privi del sigillo del Monopolio di Stato, sono stati sequestrati. Stessa sorte per il locale. Scognamiglio, invece, è agli arresti domiciliari in attesa di giudizio.
Pochi giorni fa, gli agenti della guardia di finanza di Napoli sono riusciti a sgominare un’associazione per delinquere che si occupava di contrabbando internazionale di sigarette, con intermediari in Spagna e negli Emirati Arabi Uniti. L’operazione, denominata Blonde Arabs, è stata svolta dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, che ha eseguito un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, ed è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Il provvedimento ha riguardato tutte e 9 le persone coinvolte, di cui 7 sono state oggetto di custodia cautelare in carcere, una persona ha ricevuto la misura degli arresti domiciliari e un’altra persona il divieto di dimora.
L’associazione aveva una portata internazionale, si avvaleva di due intermediari locati tra Spagna ed Emirati Arabi che gestivano le importazioni estere. Tuttavia, il vero centro del comando, il quartier generale, aveva sede a Secondigliano, da sempre roccaforte dell’organizzazione camorristica Di Lauro. Una delle persone arrestate, infatti, ha subito l’aggravante di aver favorito proprio il clan nelle attività illecite.
Le indagini sono durate diversi mesi ma hanno permesso alle autorità e alle forze dell’ordine di venire a conoscenza dell’identità di tutte le persone coinvolte, delle società usate per le importazioni, dei meccanismi di dissimulazione dei documenti e della merce e perfino dei pagamenti.
Le 9 persone, residenti tra la Campania, la Spagna e gli Emirati Arabi, avevano formato un’associazione per delinquere dedita al contrabbando internazionale di tabacchi lavorati esteri provenienti dagli Emirati Arabi.
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