nostro inviato a Madrid
Facile no, perché «nel centrosinistra ci sono sensibilità diverse». Veloce nemmeno, visto la quantità di «dialogo», pazienza e diplomazia che servirà per arrivare alla «giusta sintesi». Ma alla fine, dice Giorgio Napolitano, vedrete che unintesa su Pacs, nuove famiglie e coppie di fatto sarà trovata. Vedrete, insiste, che il cerchio sarà quadrato, vedrete che un accordo verrà raggiunto «tenendo conto delle preoccupazioni espresse dal Pontefice e dei dubbi delle alte gerarchie ecclesiastiche». Come? «Ispirandosi alla Costituzione». In particolare, spiega, «allarticolo 7», che non a caso è quello che regola lintroduzione dei Patti Lateranensi. Niente strappi dunque, niente rincorse laiciste. Anzi, bisogna «dialogare con la Chiesa».
Napolitano è in visita ufficiale nella Spagna cattolicissima e avanzatissima, che consente il matrimonio omosessuale e una fecondazione con meno limiti. In Italia sono temi caldissimi, ustionanti, che rischiano di bollire il governo. Nonostante tutto ciò, il capo dello Stato non la vede così nera: il nostro è un Paese con tante anime ma che, seguendo il dettato della Carta, è sempre riuscito a trovare «lesatta mediazione». Quanto ai Pacs il presidente è ancora ottimista. Ne ha parlato con Benedetto XVI durante la recente udienza in Vaticano, lo ha ripetuto a Capodanno nel suo messaggio in tv: con un po di moderazione e parecchio buon senso, lintesa è possibile.
E ci torna sopra adesso, a Madrid. LUnione litiga? Sì, il capo dello Stato si rende conto. «Ci sono delle sensibilità diverse - ammette -. Cè allinterno della maggioranza di centrosinistra una componente che ha una storica ispirazione cattolica. Io però non ho dubbi che si arrivi a una sintesi mantenendo il dialogo con la Chiesa cattolica e tenendo conto dei dubbi e delle preoccupazioni espresse dal Pontefice e dalle alte gerarchie eccelsiastiche».
Guai spezzare questo filo. «Mi pare - aggiunge Napolitano - che nella storia italiana, a cominciare da quando si doveva approvare la Costituzione, si è sempre trovato il modo di arrivare a una giusta combinazione di queste diverse sensibilità». È stato già fatto, ricorda in occasione dellarticolo 7, articolo delicatissimo perché doveva innestare nel corpo della nuova Repubblica laccordo siglato tra Vaticano e regime fascista. I tempi sono diversi, i governi pure. La strada però è sempre quella e la rotta è la stessa. «Noi ci ispiriamo ai principi della Costituzione anche per dare soluzione ai problemi aperti, come questo».
Con Zapatero, racconta il capo dello Stato, un colloquio «importante e amichevole». Alla Moncloa un faccia a faccia «intenso» che tocca anche altri argomenti che in Italia sono allordine del giorno, come le missioni allestero. Se Madrid sta pensando di rafforzare il suo contingente militare a Kabul, a Roma la sinistra radicale vuole il ritiro dallAfghanistan e Pier Ferdinando Casini chiede il ripensamento della spedizione in Libano. Sugli impegni internazionali, dice Napolitano, cè «piena concordanza» con gli spagnoli. Sul Medio Oriente, cè «lo stesso senso di responsabilità e unaffinità di vedute sulla situazione».
Ma cè pure qualcosa da cambiare. «Io ho preso nota - dice ancora il presidente - dellintenzione della Spagna di intensificare il suo sforzo in Afghanistan. Ma entrambi i nostri Paesi sono convinti e disposti ad accentuare la dimensione civile dellintervento. La situazione infatti è diventata molto preoccupante e richiede molteplici iniziative che devono sì essere sostenute da una presenza militare ma che non possono ridursi soltanto a questo». Da soli, i soldati non bastano più.
In questa cornice lEuropa deve trovare una sua strada.
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