Anna Maria Greco
da Roma
Il primo atto dal Quirinale di Giorgio Napolitano è mettere una firma. La firma, contrastata e ostacolata nel passato, sullatto di grazia ad Ovidio Bompressi. Il decreto è appena arrivato dal ministero della Giustizia e il presidente della Repubblica spiega ai giornalisti di averlo «immediatamente» firmato, ripartendo così dal punto in cui aveva lasciato il suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi, per lopposizione dellallora ministro della Giustizia Roberto Castelli che ha portato al ricorso alla Corte costituzionale.
Ora che dalla Consulta è arrivata la conferma che il potere sul provvedimento di clemenza è tutto nelle mani del Capo dello Stato e il Guardasigilli non può dire di no, Napolitano afferma con i fatti di pensarla come Ciampi sul condannato per luccisione materiale nel 1972 del commissario Luigi Calabresi. E apre una porta anche ad uno dei «mandanti morali» dellomicidio, Adriano Sofri.
Per la grazia allex leader di Lotta Continua, Clemente Mastella ha detto martedì che avvierà subito la pratica e spera che entro lanno liter si possa concludere, anche se precisa che è più «complessa» e ci vorrà del tempo per riaggiornare il fascicolo. «Noi attendiamo - afferma Napolitano - quale seguito il ministro di Giustizia voglia dare agli annunci che ha fatto. Poi verrà la decisione che spetta a me».
Il nuovo inquilino di via Arenula, con un segnale forte di discontinuità con Castelli, ha sbloccato le due vicende e ieri ha precisato che il suo interesse per il caso-Sofri è dovuto ad «aspetti umanitari e non a questioni di natura giudiziaria» e ha ribadito che presto chiamerà la famiglia Calabresi. «Ne ho parlato - sottolinea - con il sottosegretario Li Gotti, che è anche il loro avvocato e gli ho chiesto di darmi una mano per farmi incontrare la famiglia, quando questa lo riterrà». Quanto alla rapidità dintervento sul caso-Bompressi, Mastella sottolinea di aver «agito in modo istituzionalmente corretto e rispettoso del Capo dello Stato». E non può trattenersi dal raccontare anche un piccolo episodio di cui va fiero: ieri mattina ha ricevuto la telefonata dellex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che gli ha detto: «È vero che sei laureato in filosofia, ma io ti do 30 e lode in diritto costituzionale». Il decreto di grazia, questo lo precisa Napolitano, «non è giunto già controfirmato dal ministro, ma è stato restituito al Guardasigilli perché lo firmasse». Lo ha preceduto una telefonata dal Quirinale e Mastella, nel tardo pomeriggio, ha compiuto lultimo atto necessario e, secondo la Consulta, «dovuto». Tutto secondo la prassi istituzionale.
La vicenda di Bompressi si è interrotta l'8 novembre del 2000, quando Ciampi ha portato di fronte allAlta Corte il conflitto dattribuzione sulla grazia tra poteri dello Stato. Arrestato nel luglio del 1988 con gli altri due ex esponenti di Lotta Continua, Sofri e Giorgio Pietrostefani (tuttora latitante), è stato accusato da Leonardo Marino. Il pentito racconta di essere alla guida dellauto quel 17 maggio 1972: Bompressi compie materialmente lomicidio, mentre gli altri due ne hanno la responsabilità morale come leader carismatici del movimento. La lunga vicenda giudiziaria si conclude con una condanna a 22 anni. Nel 1997 si costituisce e viene rinchiuso nel carcere di Pisa, ma lanno dopo ottiene la sospensione della pena per motivi di salute e poi diventa latitante fino al 2000 quando si presenta nuovamente in prigione per scontare la condanna e fa la prima domanda di grazia, respinta dal ministro Castelli. Dall'ottobre del 2002 l'ex esponente di Lotta Continua ottiene gli arresti domiciliari e poi la sospensione della pena ancora per motivi di salute. Nel 2003 presenta un'altra istanza di grazia, di nuovo respinta dal Guardasigilli del governo Berlusconi.
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