Napolitano al governo: "Trovare risorse per le missioni militari". E ai militari: "L'Italia vi è vicina"

Il presidente della Repubblica salutando i nostri soldati impegnati "fuori area": "Sono responsabilità costose, ma non possiamo sottrarci". Il Presidente ha salutato in videoconferenza con i nostri contingenti all'estero. Prodi: "Le missioni all'estero continuano"

Napolitano al governo: "Trovare risorse per le missioni militari". E ai militari: "L'Italia vi è vicina"

Roma - "Dobbiamo trovare le risorse per le forze armate e per le missioni in cui siamo impegnati all’estero". Lo ha detto il capo dello Stato Giorgio Napolitano, salutando in videoconferenza i militari italiani impegnati "fuori area". "Si tratta di responsabilità costose - ha aggiunto Napolitano - alle quali però l’Italia non può sottrarsi. Non risparmiando critiche a noi stessi, come è giusto e come è necessario, dobbiamo avere il senso - ha ribadito Napolitano - del nostro ruolo storico, dobbiamo avere il giusto senso dell’autostima, della fierezza e dell’orgoglio nazionale". Del resto, ha aggiunto il Capo dello Stato, è diffuso in tutto il mondo il sentimento di "stima e apprezzamento" per l’operato delle nostre forze armate nelle missioni internazionali: "Dalla Germania agli Stati Uniti, anche nelle mie recenti visite - ha detto - mi sono stati ribaditi apprezzamento e gratitudine per questo nostro impegno".

Pericolo terrorismo Il mondo è attraversato da "gravi tensioni" e minacce, prima tra tutte il terrorismo. È un grande problema cui deve dare risposta la comunità internazionale perché il terrorismo "non riconosce alcun santuario e anche l’Italia è esposta" ha continuato Napolitano. "È comunque con grande soddisfazione - ha aggiunto - che possiamo dire che anche in questo momento si sta riuscendo a colpire qualsiasi cellula terroristica si sia insediata nel nostro Paese, costituendo una minaccia per gli altri Paesi o per il nostro stesso".

Messaggio ai militari in missione: "L'Italia vi è vicina" Un collegamento in videoconferenza dal quartiere generale del Coi, il Comando operativo di vertice inteforce, per augurare ai circa 8 mila militari italiani in missione "fuori area" un "buon Natale e sereno anno nuovo" ma anche per ribadire che "l’Italia è vicina ai suoi uomini e alle sue donne in uniforme" anche se molto lontani da casa. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per circa tre quarti d’ora ha parlato con i comandanti dei contingenti italiani all’estero: dall’Afghanistan all’Iraq, dal Kosovo alla Striscia di Gaza. Napolitano era accompagnato dal ministro della Difesa, Arturo Parisi, e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Di Paola, che tra poco assumerà l’incarico di presidente del Comitato militare della Nato: "Un altro segno dell’apprezzamento della comunità internazionale per l’impegno delle nostre forze armate - ha detto Napolitano - e in particolare di quelle dislocate fuori dei confini del Paese nelle missioni internazionali".

"Missioni delicate e difficili" Ai militari collegati in videoconferenza, Napolitano ha detto: "Siete impegnati in regioni molto lontane e in missioni tutte ugualmente delicate e difficili. Voi siete lontani, ma vi assicuro allo stesso tempo dovete sentirvi vicini all’Italia, come l’Italia si sente vicina a voi. Essenziale è considerare le forze armate come strumento al servizio dello Stato, del Paese, della comunità internazionale, ma considerarle anche un grande organismo vivente, nel quale operano uomini e donne con le loro idealità, il loro senso del dovere, i loro sentimenti. E a questi uomini e donne io dico: dovete sapere che l’Italia vi è vicina. E so di poterlo dire - ha proseguito Napolitano - al di là di tutti i limiti che possono segnare le diversità tra le forze politiche, tra gli schieramenti di maggioranza e opposizione. C’è qualcosa di molto più importante, generale unitario che contrassegna l’impegno delle forze armate, in Italia e in modo particolare fuori d’Italia".

"Giusta la causa che servite" Credo che sia essenziale - ha detto ancora il capo dello Stato - la consapevolezza che in voi c’è della causa che servite in queste missioni internazionali. È una causa di pace, di ricostruzione delle istituzioni, delle economie, delle società in paesi che sono stati coinvolti in crisi profonde e che sono anche teatro di conflitti. Bisogna che voi sappiate che operate per alleviare le sofferenze delle popolazioni e per contribuire alla creazione delle condizioni che permettano a questi stati di rafforzarsi e di garantire il progresso civile e condizioni di vita accettabili per le popolazioni".

"Kosovo, daremo il nostro contributo" "Siamo pienamente consapevoli del momento di delicatezza per il Kosovo. Ma questo è forse il tema su cui è maggiormente impegnata la nostra diplomazia", ha anche sottolineato il Presidente. "Siamo sicuri che farete la vostra parte e darete il vostro contributo affinchè anche la situazione dello status del Kosovo si realizzi nelle migliori condizioni - ha detto in collegamento con il Villaggio Italia in Kosovo, sede della forza militare italiana -. Siamo sicuri del vostro contributo dal punto di vista della pace e della collaborazione fra le diverse etnie affinchè si applichi il piano previsto dall’organizzazione delle Nazioni Unite". Dal Comando italiano in Kosovo il generale Giovanni Savarese ringraziando il presidente della Repubblica ha sottolineato che al momento nella regione la situazione è calma e stabile. "I nostri militari continuano a garantire la sicurezza della popolazione - ha aggiunto il generale Savarese - l’assistenza umanitaria e la tutela dei beni storici e religiosi".

"Afghanistan, servono iniziative politiche" "Anche nella recentissima riunione del Consiglio supremo di difesa abbiamo potuto discutere della necessità di sollecitare iniziative politiche che affrontino l’insieme per le prospettive dell’Afghanistan", ha sottolineato Napolitano parlando in videoconferenza con i comandanti militari a Kabul. "Non ci nascondiamo - ha detto rivolgendosi ai soldati del contingente - l’asprezza della situazione che voi dovete fronteggiare assieme alle altre forze alleate, e riteniamo che sia necessario affiancare a questa presenza militare iniziative che valgano a indicare la strada per un sostanziale miglioramento della situazione in Afghanistan, con il coinvolgimento anche dei paesi confinanti che svolgono un ruolo nella regione".

Omaggio ai caduti Napolitano, dopo aver nuovamente reso omaggio ai militari caduti in Afghanistan, ha poi parlato con il comandante del contingente ad Herat, ad ovest del Paese, cui ha ribadito l’importanza dell’iniziativa politico-diplomatica dell’Italia per l’Afghanistan che può "essere di supporto e di sostegno" al lavoro dei militari. Molto importanti, ha sottolineato ancora il presidente della Repubblica, sono i nostri sforzi, sul terreno dello sviluppo, della ricostruzione e anche della collaborazione con le forze afgane. "Mi auguro davvero che le cose possano conoscere ulteriori positivi sviluppi in maniera da permettere di guardare la nostra missione, che continua, con reale missione di successo nel tempo".

"Libano, incognite dalla crisi e dal vuoto politico" È quanto osserva il Capo dello Stato parlando con gli uomini della missione militare di pace di stanza a Naqoura, non lontana da Beirut. "Il ruolo dell’Italia in Libano, l’impulso dato alla nascita della missione e il modo in cui il nostro Paese assolve le massime funzioni di comando" che "sono oggetto di una incontestabile azione di stima e di riconoscimento da parte di tutti i nostri alleati. Ci stiamo adoperando, in modo particolare, per contribuire a trovare una soluzione a questi problemi di assetto istituzionale, per garantire stabilità e sicurezza in tutto il Libano".

Prodi: "Le missioni all'estero continuano" "Le missioni in cui siamo presenti continuano", afferma a questo proposito il presidente del Consiglio Romano prodi in una intervista a Rai International. "Certamente non nascondo la preoccupazione e la forte attenzione perchè sono in situazioni di oggettivo pericolo. In tutte le visite che ho fatto - dice il premier -  comprendo come noi ci distinguiamo molto. I nostri soldati sono davvero allenati a fare i pacificatori.

La differenza tra le nostre truppe e quelle di altri paesi sta proprio nella capacità di immergerci nei problemi della società in cui siamo. Capire i rapporti tra le diverse comunità, non essere intrusivi, non essere oppressivi. Nello stesso tempo efficienti, però, dal punto di vista della difesa. È un equilibrio complicatissimo in cui riusciamo bene".

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