Napolitano: intesa tra i poli su Consulta e Csm

Massimiliano Scafi

da Roma

Basta risse, smettetela con le polemiche. Ora, avverte Giorgio Napolitano, servono «convergenze» e «soluzioni concordate» per il Csm e la Corte Costituzionale. E servono subito, spiega, «urgentemente», visto che già la settimana prossima il Parlamento si riunirà in seduta congiunta per scegliere un giudice della Consulta e otto membri laici del Consiglio superiore della magistratura. E siccome per quelle nomine sono richieste maggioranze qualificate, è bene darsi da fare per «superare la linea di demarcazione», se vogliamo arrivare a un «risultato utile» in linea con quanto richiede la Carta. I presidenti delle Camere dovranno quindi mettersi in fretta al lavoro.
L’appello del capo dello Stato, infatti, è rivolto proprio a Marini e Bertinotti. Spetta a loro, scrive in una lettera piuttosto secca, «investire i gruppi parlamentari della responsabilità di una rapida ricerca di soluzioni concordate». All’intesa tra i poli del resto non c’è alternativa, vista il tipo di maggioranza qualificata richiesta «dall’articolo 22 della legge 24 marzo 1958 n. 195», come Napolitano ricorda, e cioè «tre quinti dei componenti nei primi due scrutini e tre quinti dei votanti a partire dal terzo». E una «analoga esigenza si pone anche in vista della seduta del 5 luglio» quando si dovrà scegliere un giudice della Suprema Corte: «Sono certo che loro si adopereranno per facilitare il conseguimento dei risultati sperati».
Accordo obbligato dunque, nonostante il clima. Anzi, vista dall’ottica del Quirinale, a maggior ragione proprio per il clima. Non è chiaro se dietro le parole scelte dal presidente c’è un’indiretta censura a come Franco Marini ha gestito giovedì le modalità del voto di fiducia al decreto sulla spacchettamento dei ministeri. Di certo c’è che da un po’ di giorni il nuovo inquilino del Colle ha accentuato il pressing sulle forze politiche e istituzionali per cercare di abbassare la tensione e di riportare rapporti distesi e corretti tra centrosinistra e centrodestra. Csm e Consulta possono essere il primo banco di prova per una «normalizzazione». E intanto, se non una riconciliazione, adesso occorre almeno un accomodamento. «Si tratta infatti - conclude il capo dello Stato - di adempimenti che richiedono convergenze in grado di superare, come prescritto dalla legge nello spirito della Costituzione, la linea di demarcazione tra maggioranza e opposizione».
L’iniziativa ottiene subito un plauso bipolare. Il centrosinistra «concorda pienamente», dice Anna Finocchiaro. E nel centrodestra l’indice di gradimento nei confronti del presidente, dopo qualche esitazione iniziale, è in netta salita. «Raccogliamo volentieri il suo appello - si legge in una nota di An - speriamo che vaga pure per tutte le altre nomine». «I primi del suo settennato - sostengono Renato Schifani e Elio Vito - ci fanno sperare sempre più che riuscirà a rappresentare tutti gli italiani, anche quelli nel non si riconoscono nell’Unione, con pacatezza, senso dello Stato e grande equilibrio istituzionale. I migliori auguri per il suo compleanno».
Giorgio Napolitano compie infatti 81 anni. Festeggiamenti ridotti, impegni confermati, ma anche una valanga di messaggi. Jo Leinen, presidente della commissiome affari costituzionali dell’Unione europea, si presenta all’udienza al Quirinale con un mazzo di fiori.

Romano Prodi spedisce un telegramma con le felicitazioni del governo. Auguri pure da Roberto Formigoni, che si dice «certo che Napolitano sarà garante di quei valori umani e cristiani patrimonio dell’Italia e dell’Europa».

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