Napolitano «sconcertato» Fassino accusa ancora la Cdl

Il leader ds: il centrodestra ha intossicato la politica. Schifani (Fi): deve scusarsi con Berlusconi

da Roma

Nel calderone degli spiati ci sono un po’ tutti a prescindere dall’appartenenza politica. Diventa sempre più difficile dunque per l’Unione scagliarsi contro il centrodestra e l’ex premier Silvio Berlusconi visto che anche la sua famiglia era nell’elenco degli spiati.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, confessa di sentirsi «sconcertato» mentre il premier Romano Prodi confida nella magistratura che, dice, «chiarirà fino in fondo l’aspetto della vicenda».
Sta di fatto che la prima reazione di buona parte del centrosinistra è stata quella di buttare la croce addosso al precedente governo. Adesso c’è chi riconosce chiaramente il proprio errore e fa marcia indietro, come il ministro delle Attività produttive, Antonio Di Pietro. «Il fatto che stiano emergendo personalità sempre più numerose e di carattere sempre più diverso impone una riflessione rispetto all’accusa della prima ora, secondo cui ci sarebbe una sola parte politica contro l’altra - ammette Di Pietro -. Non possiamo quindi convintamente affermare che dietro questa vicenda vi siano esclusivamente mandanti politici, per giunta solo di centrodestra».
Ma c’è anche chi insiste come Piero Fassino. Il segretario della Quercia punta il dito però più genericamente contro il centrodestra colpevole, a suo dire, di aver provocato «un clima intossicato che dura da anni nella vita politica italiana». Per Fassino è necessaria una riforma dei servizi ma anche che «il centrodestra si renda conto che così non si può andare avanti».
A Fassino chiede le scuse il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani. «Prodi spiato? Solo una manovra di disinformazione. Ora pretendiamo le scuse di Fassino che ha ingiustamente gettato ombre sul leader della Cdl e chiediamo al segretario Ds come mai, secondo lui, ieri non sono stati resi noti tutti i nomi - denuncia Schifani -. Dalla procura milanese sono usciti solo quelli di Romano Prodi e della moglie, quando anche Berlusconi era nella stessa identica posizione. Evidentemente Prodi ha voluto l’esclusiva delle aperture Tg e delle prime pagine. Si voleva creare la vittima per distrarre l’opinione pubblica da un governo ormai in crisi irreversibile. Un tentativo grossolano finito prima di iniziare».
E pure nel centrosinistra c’è chi, come il capogruppo della Rosa nel pugno alla Camera Roberto Villetti, invita a non gridare al complotto. «Chiarire fino in fondo ciò che è accaduto è interesse di tutti. Nessuno ha mai pensato di mettere sotto accusa Berlusconi, Letta e Tremonti - dice Villetti -. Siamo stati sempre contrari alla cultura del sospetto che è un vero e proprio veleno per le nostre istituzioni democratiche».
Anche Daniele Capezzone, presidente della commissione Attività produttive della Camera, osserva che il nostro «è un Paese in cui le banche dati fanno acqua da tutte le parti, sono perforabilissime e non c’è alcun tipo di garanzia e sicurezza».

Oltretutto, aggiunge, «ci sono un sacco di realtà e di persone che si muovono in una sorta di zona grigia per cercare di costruire dossier. Questo avviene da sinistra verso destra e da destra verso sinistra. È di tutta evidenza che ciò avviene in molte direzioni, ma non ci sono né buoni né cattivi».

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