La storia in cocci e il futuro distrutto. Quanto al presente, quello è fatto di tendopoli e delle 4500 abitazioni, che come assicura Guido Bertolaso, saranno consegnate da settembre. Intanto le case e le chiese medievali del centro sono ridotte a un cumulo di macerie e le aule sono svuotate e inagibili per chissà quanto. E se per il patrimonio artistico qualcosa si farà, a preoccupare Giorgio Napolitano è soprattutto il domani. «L'Aquila non tornerà a vivere senza l'Università e senza i ragazzi che sono affluiti nel corso degli anni. Non c'è avvenire per la città senza l'ateneo e senza gli studenti», ha detto il presidente della Repubblica ricevendo al Quirinale una delegazione di giovani che alloggiavano alla casa dello studente distrutta dal terremoto.
Ad ascoltare il capo dello Stato anche Roberto Rossi, il giovane che nei giorni scorsi in una lettera gli aveva descritto la difficile condizione degli studenti dopo il sisma. «Sono stato molto contento di poter accogliere la vostra lettera e di incontrarvi. Quello che è rimasto in me più impresso - ha sottolineato il presidente della Repubblica - è proprio quel terribile spettacolo della casa dello studente, vedere come è stata ridotta. Quando sono andato all'Aquila, ho incontrato familiari che avevano perso un figlio, una figlia. Ma questo degli studenti fuori sede mi pare un aspetto peculiare della esperienza della università. L'ateneo dell'Aquila ospitava molti fuori sede venuti dalla Puglia, dal resto dell'Abruzzo, dal Molise. Questa è la grande storia da recuperare».
Tra qualche giorno il sindaco Cialente riconsegnerà a Napolitano la fascia tricolore perchè dal primo gennaio riprenderà la tassazione nelle zone terremotate. Nonostante questo, prosegue il lavoro fianco a fianco della Protezione civile con gli amministratori locali.
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