"Napolitano non dovrebbe essere intervistato, pagato e scortato, dovrebbe essere processato". Matteo Salvini è lapidario, ma durissimo. Si scaglia contro Giorgio Napolitano dopo aver letto l'intervista a Repubblica sull'intervento italiano in Libia contro il rais Muhammar Gheddafi. Nella revisionismo storico dell'ex capo dello Stato le colpe ricadrebbero sull'allora premier Silvio Berlusconi. Una ricostruzione che cela completamente le colpe dell'ex inquilino del Quirinale. Le parole del leader leghista, però, hanno sollevato un vero e proprio vespaio.
Pur ammettendo la riluttanza di Berlusconi a entrare in guerra con la Libia, Napolitano getta la colpa di quell'attacco addosso al Cavaliere. "Io ho un ricordo che altri forse hanno cancellato - attacca - che (Berlusconi, ndr) abbia evitato quel gesto per non innescare una crisi istituzionale al vertice del nostro Paese, fu certamente un atto di responsabilità da riconoscergli ancora oggi. Però - conclude - non poteva che decidere il governo in armonia con il Parlamento, che approvò con schiacciante maggioranza due risoluzioni gemelle alla Camera e al Senato, con l'adesione anche dell'allora opposizione di centrosinistra". Una ricostruzione che ha creato parecchio malumore nel centrodestra. Il primo a condannarla è stato, appunto, Salvini. Su Twitter ha detto chiaramente l'ex presidente della Repubblica "non dovrebbe essere intervistato" ma "processato" immediatamente. Una posizione netta che ha scatenato, a sua volta, un scontro durissimo.
Il Pd urla in coro "Vergogna!". "Non è possibile restare indifferenti di fronte al dilagare di questa barbarie", tuona il vicesegretario Maurizio Martina. Il presidente dei senatori dem, Luigi Zanda, parla di Salvini come "sabotatore d'Italia", Walter Verini lo bolla come un "arruffapopolo". A sinistra, poi, c'à chi, come Gianni Cuperlo, che parla di "attentato alla democrazia". Anche le più alte cariche dello Stato difendono l'ex capo dello Stato. In primi il presidente della Camera Laura Boldrini: "Da Salvini offese a ruota libera solo per far parlare di sè. Metodo insopportabile e spregevole". Il presidente del Senato, Pietro Grasso, dice invece di non voler commentare poi però lo fa dicendo di non le ritenerle "degne di alcuna considerazione".
Giorgia Meloni, invece, attacca frontalmente Napolitano parlando di "vergognosa mistificazione della realtà" sul "folle attacco alla Libia di Gheddafi nel 2011". "La storia saprà fare luce sugli eventi del 2011, sulla caduta del governo di centrodestra, sulla guerra in Libia e sul perché una parte importante delle istituzioni italiane si schierò contro gli interessi della Nazione - accusa il presidente di Fratelli d'Italia - se Napolitano sperava di cavarsela con una carnevalesca intervista su Repubblica ha sbagliato di grosso". Commentando le parole di Salvini, il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri spiega che le "minacce" sono "sbagliate", ma ricorda che è stato l'ex capo dello Stato a imporre una "guerra sbagliata alla Libia".
E alla fine è arrivato anche il contrattacco di Re Giorgio, che ha ringraziato "tutte le personalità istituzionali e politiche che hanno
voluto indirizzargli messaggi di solidarietà" e accusa Salvini di rivolgergli "grossolani e inauditi attacchi", "fondati su spudorate falsificazioni dei fatti relativi all'intervento Onu in Libia del 2011".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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