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Napolitano «La violenza è sempre infame la nazionalità dell’aggressore non conta»

La violenza sessuale contro le donne è un’infamia. A prescindere da quale sia la nazionalità del carnefice o della vittima. E la lotta per difendere i diritti dell’universo femminile va combattuta nel rispetto della Costituzione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano coglie l’occasione della celebrazione dell’8 marzo al Quirinale per condannare ogni atto di violenza e di discriminazione nei confronti delle donne. Ma il capo dello Stato ci tiene a sottolineare che il vero «quadro di riferimento per portare avanti» la causa delle donne in tutti i suoi aspetti «è e resta la Costituzione. È grazie alla Costituzione, infatti, osserva Napolitano, che i valori più preziosi per le donne «come l’emancipazione, la libertà, l’uguaglianza e il pieno riconoscimento dei meriti, sono diventati principi e poi diritti». In questo passaggio del discorso del capo dello Stato sembra evidente l’auspicio che ogni intervento legislativo sul tema non travalichi i confini del dettato costituzionale. È vero, ammette, che si stanno facendo «passi in avanti nel reagire ad ogni sorta di violenza contro le donne e ad ogni sorta di pratica lesiva della loro dignità anche sul piano dell’intervento legislativo e dell’azione di governo», ma il quadro di riferimento - ammonisce - deve essere sempre la Costituzione.

Le donne, comunque, sottolinea Napolitano, non sono solo vittime di violenze, ma anche di disparità di trattamento sul lavoro. E in un momento come questo della crisi finanziaria ed economica, «non possiamo non chiederci quanto rischi di essere particolarmente colpito il lavoro femminile».

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