Narcotizzavano e abusavano dei bimbi dell'asilo: sei in manette

Scandalo a Rignano Flaminio. I presunti pedofili avrebbero portato i piccoli in una casa privata durante le ore di lezione: qui li avrebbero drogati e violentati. Tra gli arrestati tre maestre, una bidella e un autore di programmi tv per ragazzi. I genitori: "Sono rimasti lì nonostante le denunce"

Narcotizzavano e abusavano 
dei bimbi dell'asilo: sei in manette

Roma - Prima le decine di denunce per pedofilia da parte dei genitori dei bambini vittime dei presunti abusi, poi le perquisizioni del Ris e i lunghi mesi di indagini. Infine gli arresti. Sei persone, tra le quali tre maestre e una bidella della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio, a una cinquantina di chilometri da Roma, già iscritte da gennaio nel registro degli indagati dalla procura di Tivoli, all’alba di ieri sono state prelevate dai carabinieri di Bracciano nelle loro abitazioni e condotte a Roma, nel carcere di Rebibbia, dove domani saranno interrogati dal magistrato. Le maestre sono Silvana Magalotti, Marisa Bucci e Patrizia Del Meglio, la bidella è Cristina Lunerdi e gli altri due arrestati sono il cingalese Kelun Weramuni De Silva, impiegato in un distributore di benzina del paese, e Gianfranco Scancarello, marito della Del Meglio e autore televisivo di programmi per ragazzi. Tutti, per bocca dei propri legali, ieri si sono dichiarati estranei ai fatti contestati, come avevano peraltro fatto fin dal momento dell’iscrizione nel registro degli indagati. «Assurdo sospettarli per abusi che non hanno sicuramente commesso», taglia corto l’avvocato Franco Coppi, difensore di Scancarello e della moglie. Stessi toni dal legale della Magalotti, Giosué Naso.

Gravi le accuse contenute nel provvedimento di custodia cautelare firmato dal gip su richiesta del pm Marco Mansi: associazione per delinquere finalizzata a commettere sottrazione di minore, sequestro di persona, violenza sessuale di gruppo, violenza sessuale su minori di anni dieci, atti osceni in luogo pubblico e altro. Il gruppo, secondo la ricostruzione dei magistrati, avrebbe abusato per mesi di una cinquantina di bambini dell’asilo, tra i 3 e i 5 anni, forse anche narcotizzandoli dopo averli portati, durante le ore scolastiche, in piccoli gruppi a casa di una delle insegnanti, dove sarebbero stati consumati gli abusi, che potrebbero essere stati ripresi con telecamere. Di certo, tra il materiale sequestrato dagli inquirenti, ci sono centinaia di filmati. Ma sarebbero ancora da esaminare da parte degli inquirenti, che non ne confermano la natura pedopornografica. Sull’ipotesi che l’organizzazione fosse interessata al «business» della pedofilia gli investigatori sono ancora al lavoro, come sulla possibile maggiore estensione della rete.

L’inchiesta nasce a luglio scorso con la denuncia di un gruppo di genitori. I loro figli presentavano arrossamenti nell’area genitale, non volevano andare a scuola, raccontavano di strane «gite» fuori dall’asilo e disegnavano cose poco consone a bimbi di quell’età. Con la perquisizione del Ris nella scuola e a casa degli indagati a ottobre la vicenda diviene di dominio pubblico. E Rignano si spacca tra innocentisti e colpevolisti. Ma dopo gli arresti, qualcuno è passato dalla prima alla seconda fazione. «Va bene così», commenta Laura, uscendo dai giardinetti di via Roma, nel centro di Rignano. «Su una delle maestre arrestate, che per noi era la “veterana”, avrei messo la mano sul fuoco: era stata anche la mia maestra, qui tutti facevano carte false per infilare i propri figli nella sua classe, e io avevo fatto lo stesso. Fino a ieri credevo che almeno lei non c’entrasse. Ora dico solo che va bene così». Dal bar lì accanto esce un ragazzo con t-shirt dal messaggio poco opportuno («Attenzione, maniaco sessuale»), e un anziano sospira: «Magari lo portassero scritto quelli che lo sono davvero, non si può essere più certi di nulla».

Chiude Olga, 35 anni e un figlio in quella materna, «ma non nelle classi incriminate», che butta lì un sospetto: «Io non ci credo che erano solo quei sei. In paese e nella scuola c’è stata una levata di scudi troppo massiccia. Secondo me ci sono altre persone coinvolte. E molto più in alto».

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