«Q uesta è la fine che fanno i seguaci Internet!». Questo il messaggio perentorio che è stato trovato accanto ai cadaveri di un giovane e di una giovane ventenni di Nuevo Laredo, torturati e impiccati qualche settimana fa sul ponte dellautostrada che dal Messico porta verso il Texas. Un messaggio rivolto a tutti gli utenti della rete e dei social network che negli ultimi tempi hanno avuto il coraggio di denunciare i narcotrafficanti messicani e in particolare gli Zetas, uno dei gruppi più sanguinari attivi nel cartello locale della droga. Un avvertimento simile a quello che ricevono i protagonisti dellultimo romanzo di Don Winslow intitolato Le belve (Einaudi), un libro che in maniera dettagliata e spietata ci spiega i meccanismi del traffico di droga fra il Messico e la California. Ne sono protagonisti tre eccentrici americani Ophelia (detta O per la sua sguaiata attitudine agli orgasmi), lex marine e contractor Chon e lesperto di economia e botanica Ben (capace di produrre in serra la migliore erba idroponica del mondo). Tre sballati che hanno costruito la loro vita gestendo in maniera oculata il traffico della roba a San Diego. Tutto filerebbe liscio se un giorno non venisse recapitato loro un video messaggio, senza alcun tipo di commento, che mostra sette uomini decapitati. Lordine silenzioso ricevuto è ben preciso: «ritiratevi dal mercato». Ma i tre gringos non hanno alcuna voglia di imparare la lezione. Ne esce un noir adrenalinico ritmato in maniera sincopata da violenza e umorismo nero.
Don Winslow che già ne Il potere del cane aveva dimostrato di conoscere molto bene la situazione dei conflitti fra narcotrafficanti, e che con L'inverno di Frankie Machine ci aveva dato unimmagine al vetriolo della mafia californiana, ne Le belve costruisce un ritratto a tutto tondo del mondo dei nuovi spacciatori. Ci spiega come producono la loro merce, come la distribuiscono, analizza persino nel dettaglio qual è il loro rapporto con il sistema giudiziario e di polizia. Scopriamo anche la dimensione feroce di queste persone, disposte a comportarsi come «selvaggi» come il regolatore di conti Lado (da helado, ovvero «gelido») che nel tempo ha imparato a torturare i prigionieri con la Coca cola, a sfregiarli con il coltello, a farli a pezzi con la motosega, a eliminarli a colpi di pistola.
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