Cronaca locale

Nasce l'ufficio con babysitter che ti trova anche l'idraulico

Per i liberi professionisti con circa 200 euro al mese è possibile avere una postazione con pc e servizi ad hoc per i bimbi e la casa

Lavorare e al tempo stesso tenere con sé il proprio bambino, senza lasciarlo al nido o alla baby sitter. E' il sogno di moltissime mamme italiane. Che adesso, a Milano, è finalmente diventato realtà. Il merito è di uno spazio di coworking – che consente ai liberi professionisti di lavorare in un ambiente condiviso pagando un abbonamento mensile o annuale – tagliato su misura per le famiglie. Si chiama «Piano C» è in via Simone D'Orsenigo 18, e permette a moltissimi genitori, di svolgere la propria attività senza lasciare a casa il bebè. Perché mentre si lavora il piccolo – da tre mesi a 12 anni - viene assistito, nello stesso spazio, da un pool di esperte nell'ambito del cosiddetto servizio cobaby. I bambini giocano, fanno sport, partecipano a laboratori, sentono musica tutti insieme. E quando è il momento di tornare a casa, raggiungono i genitori nella stanza accanto e vanno via con loro. Ma non finisce qui. Perché nel coworking a misura di famiglia sono previsti anche una serie di servizi salvatempo, che permettono di gestire la casa dal lavoro. E' possibile consegnare gli abiti da portare in lavanderia e riaverli puliti e stirati, portare la lista della spesa e farsela dare a domicilio, usufruire del servizio sartoria. Inoltre lo spazio è convenzionato con un ambulatorio medico privato, con un centro estetico, con ferramenta, elettricista e idraulico e con il parrucchiere. E per chi incontrasse qualunque tipo di difficoltà, è disponibile anche un servizio di consulenza legale e sono organizzati incontri a tema con i pediatri. Lo spazio milanese è stato co-fondato da Riccarda Zezza, mamma di due bambini e imprenditrice, che recentemente ha anche scritto un libro con Andrea Vitullo: «Maam, La maternità è un master che rende più forti uomini e donne» (Bur). Ed è convinta che la maternità non blocchi affatto la carriera. A patto che le mamme siano messe nelle condizioni di svolgere al meglio la propria attività. «Ho lavorato per 15 anni in un'azienda, occupandomi di comunicazione e project management. A un certo punto ho pensato che la vita e il lavoro avrebbero potuto funzionare meglio. Così, insieme ad altri sognatori, ho fondato “Piano C”», spiega. Da allora si dedica a tante altre lavoratrici, ma anche lavoratori, che condividono le sue stesse esigenze. Grazie alla sua passione Piano C è cresciuto e adesso il network è molto esteso. I prezzi sono in linea con quelli della maggior parte dei coworking della città: l'abbonamento annuale, con accesso dalle 9 alle 19, costa 2.400 euro. Che comprendono uso della cucina, tè e caffè, armadietto privato con la chiave, postazione per lavorare, uso dello scanner e della fotocopiatrice, otto ore di sale riunioni incluse, convenzioni, servizi salvatempo e cobaby.

Ma ci sono anche i carnet da dieci, venti o trenta ingressi da usare in tre mesi (16 euro l'uno) o gli ingressi illimitati, che si pagano 250 euro al mese.

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