Nasce il pool anti bullismo: «Teppisti sempre più giovani»

C’è anche una parola coniata apposta, cyberbullying, per raccontare il bullismo che usa messaggini sms, chiamate al cellulare, email, chat o i temuti e diffusissimi videoclip. Così telefonino, videofonino e Internet sono stati uno degli argomenti di discussione al vertice convocato dal prefetto, Gian Valerio Lombardi. Altro tema a scatenare allarmi, il fatto che l’età dei minibulli si abbassa sempre più, al punto che il fenomeno riguarda non solo superiori e medie, ma anche le elementari. In ballo ci sono misure per regolare e indirizzare al meglio l’uso dei cellulari nelle aule e anche se non si è parlato di divieti, la riflessione è in corso. «Oggi c’è un uso eccessivo del telefonino rispetto alle necessità della scuola» dice il prefetto, annunciando la nascita di un pool antibullismo, una commissione di esperti che nei prossimi due mesi stenderà linee guida contro le prepotenze giovanili da proporre alle scuole e che con ogni probabilità saranno estese anche a oratori e centri sportivi. Alla prima riunione hanno partecipato l’assessore alla Sicurezza della Regione, Massimo Ponzoni, quello dei Servizi sociali del Comune, Mariolina Moioli, rappresentanti del tribunale dei minorenni, polizia e carabinieri, la Asl, l’Ordine degli psicologi, l’ufficio scolastico provinciale, esponenti di associazioni dei genitori e degli studenti.
La scuola è un luogo centrale per combattere le prepotenze, sia perché è dove avvengono più di frequente sia perché l’aiuto degli insegnanti è determinante nel trasmettere ai ragazzi modelli positivi, soprattutto quando in famiglia la situazione è più difficile. Tra le prime proposte c’è quella di definire e rafforzare la figura del tutor, così che in ciascuna scuola ci sia un insegnante al quale possono rivolgersi gli studenti vittime o testimoni di atti di bullismo. Per entrare in sintonia più facilmente con i giovani, la Regione preparerà un dvd che aiuti a combattere le violenze. «Basta con gli opuscoli, è necessario lavorare con il linguaggio dei giovani e quindi con le immagini e con internet» sostiene l’assessore Ponzoni, convinto che sia necessario estendere il dialogo a oratori e associazioni sportive, luoghi frequentati - secondo dati del Pirellone - da cinque milioni di lombardi.
La linea guida del vertice è evitare le misure repressive puntando su condivisione e prevenzione. «La commissione è un progetto importante, perché consente un lavoro concreto sulle azioni possibili. E tra le ipotesi vi è anche valutare il modo in cui vengono utilizzate le nuove tecnologie» spiega la psicologa Elisabetta Corti, che farà parte del pool.

«Gli esperti approfondiranno temi specifici e proporranno iniziative che possano contemperare le due diverse esigenze, quelle dei ragazzi e quelle degli educatori» è il senso dell’iniziativa illustrato dal prefetto. Tra due mesi le linee guida saranno pronte e a quel punto si proverà a passare all’azione.

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