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Nati sotto il segno dei gemelli (con diamanti): ora spopolano con le fibbie in oro e gemme

Il marchio d'alta moda fiorentino ha iniziato a lavorare i preziosi 18 anni fa guidato dal gemmologo Ciampinelli

Nati sotto il segno dei gemelli (con diamanti): ora spopolano con le fibbie in oro e gemme
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"Siamo nati 18 anni fa sotto il segno dei gemelli" dicono scherzando ma non troppo i dipendenti del reparto oreficeria della Stefano Ricci, marchio fiorentino d'alta moda e lifestyle maschile. Si tratta di 13 specialisti tra orafi, argentieri, incassatori, addetti alla fusione dei metalli e progettisti in 3 D accuratamente selezionati tra Firenze e dintorni, la culla dell'alta gioielleria rinascimentale. Guidati dal gemmologo Filippo Ciampinelli, questi straordinari artigiani utilizzano solo le pietre più belle che ci siano, soprattutto diamanti D,E,F praticamente incolori e al massimo G che nella scala cromatica di queste schegge d'eternità corrisponde al Bianco Extra. "Un diamante G ben tagliato può essere più spettacolare di una pietra totalmente priva d'inclusioni" dicono gli incassatori spiegandoci che loro prediligono il cosiddetto princess cut che è un taglio rettangolare molto moderno e il tipico taglio tondo per il pavé. "Abbiamo cominciato dai gemelli che sono un grande classico della gioielleria maschile racconta Ciampinelli - poi ci hanno chiesto di fare catene e chiusure d'oro per le borse da donna e infine ci siamo cimentati nelle fibbie delle cinture da uomo. I nostri migliori clienti ne vanno pazzi". Al momento la Stefano Ricci produce da 20 a 30 fibbie all'anno tra cui alcuni ordini speciali come quello dello sceicco Al Thani che ha scelto tra circa 250 modelli un fibbione ovale in oro bianco dal peso a nudo di 122 grammi ma su cui poi sono stati incastonati a coppo (cioè con una sottile lamina di metallo intorno alla gemma) 12,60 carati di diamanti purissimi. "Per guardare questo oggetto sotto una fonte luminosa ci vogliono gli occhiali da sole" dicono gli orafi che consumano circa 15 kg di oro all'anno e lavorano tutti i metalli con l'antica tecnica della cera persa. "Facciamo anche le icone del brand di ottone" concludono mostrando le minuscole teste di aquila o di leone che poi saranno applicate sugli articoli di pelletteria o sulle boccette di profumo. Commovente a dir poco la storia del reparto di argenteria nato con la chiusura di uno storico argentiere fiorentino: il più bravo di tutti secondo l'insindacabile giudizio di Stefano Ricci, fondatore e presidente dell'azienda oltre che magico autore dei disegni di tutti i gioielli. "Questi sono gli ultimi argenti che possiamo fare per lei, poi andremo a lavorare come giardinieri nella ditta di un amico" gli hanno detto gli ultimi due lavoranti dell'argentiere. Lui ha replicato: "Venite da me con i vostri strumenti e ditemi cosa vi serve per lavorare".

La risposta è stata: "diversi chili d'argento perché lei Signor Ricci fa anche dei vasi sbalzati che pesano fino a 6 chili". Tanto per dare un'idea a fine dicembre consegnano un servizio di posate satinate a mano da 200 pezzi. Impossibile sapere a chi.

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