Gaetano Ravanà
da Agrigento
Ancora una tragedia nel Canale di Sicilia. I morti accertati, al momento sono due, ma il numero è destinato a salire visto che ci sono tra i 14 e i 17 dispersi. Gli undici sopravvissuti non ricordano se su quella barca di appena cinque metri in legno, vetusta e inaffidabile, si trovavano 27 o 30 persone. Il naufragio si è verificato a 150 miglia da Lampedusa in acque libiche intorno alle 16.30 dell'altro ieri. I clandestini erano partiti dalla costa libica diretti a Lampedusa alla ricerca di un futuro migliore. Dopo poche ore di navigazione però sono stati sorpresi da un'onda alta una decina di metri che ha rovesciato l'imbarcazione. Tutti sono finiti in acqua. Spettatori della tragedia due pescherecci di Mazara del Vallo, «Elios» e «Tirana». Gli equipaggi delle due imbarcazioni hanno immediatamente lanciato l'allarme e raggiunto i naufraghi. Il primo motopesca ha trainato a bordo due cadaveri, mentre il secondo ha provveduto a salvare undici vite umane. Solo dopo qualche ora è arrivato il pattugliatore «Vega» della Marina Militare e due motovedette della Guardia Costiera di Lampedusa. Le ricerche sono scattate subito, ma dei dispersi nemmeno l'ombra. Nonostante per tutta la giornata di ieri si sia alzato in volo un elicottero della Marina, non è stato possibile recuperare alcun cadavere per le pessime condizioni meteomarine. Non hanno partecipato invece le autorità libiche malgrado il tratto di mare dove si è consumata la tragedia ricada proprio sotto la giurisdizione del Paese di Gheddafi.
Il racconto dei testimoni è agghiacciante. «Li abbiamo visti da lontano, - dice il comandante del motopesca Tirana - stavano navigando su un piccolo guscio in legno, le condizioni del mare non erano proibitive. Erano una trentina, ci hanno pure salutato con la mano. Poi unonda anomala ha sollevato la barca fino a rovesciarla. Quando abbiamo visto la barca rovesciarsi abbiamo subito abbandonato le reti per soccorrere quei poveretti».
Naufragio in Sicilia: 2 morti e 14 dispersi
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