«Devo dare atto al direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che sul nuovo redditometro il fisco sta compiendo un vero sforzo culturale. Ma dal governo, dall'amministrazione centrale, dal ministero dei Trasporti e dalle Capitanerie di Porto non abbiamo avuto riscontri, pur chiedendo da tempo semplici riforme e snellimenti amministrativi, senza oneri per lo Stato».
Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina-Confindustria Nautica, ringrazia Befera ma esprime disappunto e delusione per la promessa - l'ennesima - non mantenuta: «Nonostante gli impegni presi in occasione del Salone Nautico dal ministro, Corrado Passera, e da uno dei suoi vice, Mario Ciaccia - aggiunge - nel dl Sviluppo non c'è la minima traccia di quanto discusso, non c'è una sola parola sulla nautica e sul turismo da diporto. Il tutto mentre i posti di lavoro diretti persi da questo settore di eccellenza del made in Italy hanno sfondato quota 20mila. Ammuffiscono nei cassetti anche gli altri dossier che Ucina ha proposto al governo: nuova patente nautica; riforma del regolamento di attuazione al Codice della nautica (nessuna convocazione da oltre due anni); revisione delle procedure del Port State Control, che vedono l'Italia svantaggiata rispetto ai Paesi concorrenti. È stata respinta persino la più logica delle richieste: l'istituzione del Registro Nazionale delle imbarcazioni e navi da diporto».
Fin qui il bastone. La carota, invece, questa volta la offre Attilio Befera. Dopo circa tre anni, infatti, il capo delle Entrate ha accolto le richieste di Ucina per un redditometro dal volto umano e senza discriminazioni tra beni di lusso. Dopo aver illustrato il nuovo strumento agli associati, compreso il meccanismo del «redditest», Albertoni ringrazia e dice: «Siamo finalmente giunti alla fine di un lungo periodo che ha visto la nautica da diporto penalizzata e a tratti criminalizzata dal fisco. Entrambi gli strumenti rappresentano un vero e proprio salto culturale - in generale verso il contribuente e in particolare verso la nautica - e per quel che ci riguarda costituiscono il successo della nostra campagna mirata a modificare la percezione del settore dopo un lungo confronto iniziato nel maggio del 2010, ma anche frutto delle nostra schietta collaborazione con l'Agenzia delle Entrate al fianco della quale vogliamo continuare a lavorare».
Il settore chiedeva da tempo un deciso intervento sui coefficienti di calcolo introdotti nel 2010 in base ai quali veniva moltiplicato forfettariamente il valore presunto dell'unità da diporto.
Per la nautica c'è solo decrescita
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.