Leggi il settimanale

"Il 7 ottobre? Come la rivolta del Ghetto di Varsavia". Il paragone choc dell'islamico a scuola

Brahim Baya ha parlato in una scuola di Lagonegro durante un'assemblea studentesca dicendo che "il 7 ottobre non è un inizio ma solo una conseguenza "

"Il 7 ottobre? Come la rivolta del Ghetto di Varsavia". Il paragone choc dell'islamico a scuola
00:00 00:00

Le assemblee studentesche sono momenti in cui gli studenti si riuniscono per discutere di temi comuni che, di norma, dovrebbero riguardare la gestione della scuola. Negli ultimi due anni si è un po' spostato il centro dell'attenzione, che dalla scuola è passato alla Palestina, tanto che pure le occupazioni, ormai, sono per questo. In una recente assemblea di un istituto di Lagonegro, in provincia di Potenza, a parlare di Palestina è arrivato Brahim Baya, influencer predicatore e portavoce della moschea Taiba di via Chivasso, in passato segretario nazionale dell’associazione Partecipazione e Spiritualità Musulmana. Baya non era presente all'interno dell'istituto ma si è collegato da remoto per un incontro che nei primi frame del video caricato sul suo canale YouTube viene definito "Noi e il genocidio in Palestina". Baya è noto perché, un anno fa, è finito nella bufera per essere stato invitato a tenere una preghiera islamica al Politecnico di Torino durante le occupazioni dei pro Palestina.

L'orientamento dell'incontro è quello che ci si potrebbe aspettare per webinar di questo tipo, una narrazione a senso unico sulla Palestina, che non riconosce l'esistenza dello Stato di Israele e che minimizza, quasi giustificando, quanto fatto da Hamas il 7 ottobre 2023 in Israele quando, va ricordato, ci sono stati tra i 1200 e i 1400 morti e tra le 240 e le 250 persone che sono state rapite tra civili e militari. "Non tutto inizia col 7 ottobre, ogni volta che si para del genocidio si parla del 7 ottobre. Sappiamo che il 7 ottobre non è un inizio ma solo una conseguenza di un’occupazione che prosegue da 80 anni", ha dichiarato Baya nel suo intervento, prima di spiegare ai ragazzi che lo stavano ascoltando che "questo campo di concentramento in cui erano chiusi i palestinesi (la Striscia di Gaza, ndr)" prima o poi doveva "qualche modo ribellarsi ai suoi aguzzini e questo è avvenuto il 7 ottobre".

Quel giorno, ha detto parlando con gli studenti, "sono successe tante cose, tra cui la rottura di questo embargo e purtroppo sono successe anche delle cose spiacevoli, se vogliamo dire così". È quanto meno edulcorato definire "cose spiacevoli" la mattanza volontaria e inumana consumata nei kibbutz presi d'assalto, dove bambine e donne sono state stuprate barbaramente prima di essere uccise, talvolta bruciate vive, così come neonati e uomini che cercavano di difendere le famiglie. Ed è a questo punto (minuto 9.50 del video) che Baya fa un parallelismo storico tra il 7 ottobre di Israele e la rivolta del Ghetto di Varsavia: "Gli ebrei nel ghetto si ribellarono agli aguzzini tedeschi e hanno fatto delle cose che non sono molto civili. Però da persone affamate, sotto embargo, uccise, a cui si lanciavano bombe ogni volta che si voleva, non si può aspettare una reazione non violenta. Se tu mi affami e mi uccidi non puoi aspettarti da me chissà cosa". La rivolta del Ghetto di Varsavia iniziò il 19 aprile e fu un atto disperato di resistenza da parte dei circa 50.

000 ebrei rimasti nel ghetto, guidati dalla Żob, per opporsi alla liquidazione finale del quartiere e alle deportazioni nei campi di sterminio. I combattenti, male armati, resistettero per quasi un mese all'esercito tedesco, che rispose incendiando sistematicamente l'intero ghetto.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica