Abbracci ai militari, applausi, commozione: così Palermo ha accolto l’arresto del boss

L'esultanza liberatoria, le strette di mano ai carabinieri, gli applausi scroscianti sotto la pioggia: Palermo festeggia l'arresto di Matteo Messina Denaro

Abbracci ai militari, applausi, commozione: così Palermo ha accolto l’arresto del boss

Erano quasi le 9 del mattino a Palermo quando gli uomini del Ros dei carabinieri hanno portato via in manette Matteo Messina Denaro. La clinica Maddalena, in cui da circa un anno il boss di Cosa nostra era in cura per un tumore addominale, è ora blindata. Questa mattina Messina Denaro era andato in clinica per effettuare un tampone e poi sottoporsi al trattamento chemioterapico: una routine per lui, che era in cura con il nome di Andrea Bonafede. Palermo è una metropoli ma le voci girano in fretta e non appena si è intuito cosa stesse accadendo all'interno della clinica, che è una delle eccellenze per la cura oncologica di Palermo e della Sicilia, all'esterno della struttura si è formato un capannello di persone.

Tanti hanno capito che qualcosa di grande stava succedendo, perché un dispiegamento di forze così grande, davanti a una clinica, è necessariamente sinonimo di un'azione antimafia, soprattutto a Palermo. Probabilmente altri erano lì perché, invece, sapevano che il boss si curava in clinica e tutti quei carabinieri alla clinica Maddalena avevano un solo significato: Matteo Messina Denaro era stato scoperto. Qualunque fosse la ragione per la quale le persone in quel momento si trovavano lì davanti, magari anche solo perché in anch'esse in cura o solo di passaggio, quando i carabinieri dei Ros sono sbucati dal viale con il boss di Cosa Nostra sotto braccio, i presenti sono esplosi in un applauso liberatorio.

Quasi nessuno si è più curato della pioggia che da stanotte cade copiosa su Palermo. Ci sono pochi ombrelli tra le mani dei palermitani, occupate ad applaudire i carabinieri, ad abbracciarli, a stringere loro le mani per congratularsi dell'arresto del pericoloso latitante. Qualcuno si commuove, si mette le mani sul volto, quasi incredulo di quanto accaduto. Tutti esultano di felicità mentre i carabinieri, incappucciati e resi irriconoscibili, si danno il cinque, orgogliosi di quanto appena fatto. Questo il volto di Palermo questa mattina, una città che sorride sotto la pioggia battente per l'arresto della primula rossa della criminalità organizzata.

È forse una città che si sente più libera, che forse oggi riesce a sentire con più forza la presenza dello Stato. A distanza di 30 anni esatti dall'arresto di Totò Riina, questo è forse il colpo definitivo all'organizzazione piramidale di Cosa nostra.

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