Straniero fermato dopo un furto, l'agente si rompe la mano. Ma i passanti protestano: "È stato sgradevole"

L'episodio a Milano. Un poliziotto ha riportato la frattura della mano e una prognosi di 35 giorni durante l'intervento: "Filmavano e protestavano per l'immobilizzazione"

La mano ingessata dell'agente a seguito della colluttazione
La mano ingessata dell'agente a seguito della colluttazione
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La sicurezza di Milano è da tempo una chimera. Una città che un tempo era il fiore all'occhiello del Paese, motore economico e simbolo dell'ambizione sociale italiana, da anni vive l'inesorabile deterioramento di quel tessuto sociale che per decenni è stato il proprio vanto. I suoi cittadini percepiscono il pericolo nell'attraversarla ma ci sono anche episodi che lasciano l'amaro in bocca, come le critiche che arrivano alle forze dell'ordine quando si trovano a contrastare il crimine, quando questo è di origine straniera. L'ultimo episodio è avvenuto pochi giorni fa in una zona centrale della città, tra Cadorna e Via Leopardi, poco prima delle otto del mattino.

Un agente di polizia libero dal servizio che si stava recando in ufficio in piazza Sant'Ambrogio ha notato un cittadino straniero che correva in modo concitato lungo via Leopardi, con una busta in mano. Intuendo che potesse trattarsi di un furto, il poliziotto è intervenuto in ausilio di un collega in servizio che stava già inseguendo il fuggitivo. L'uomo è stato bloccato in Via Boccaccio, vicino alle Poste, non prima di una colluttazione che è durata 7-8 minuti, riuscendo perfino a divincolarsi durante un primo tentativo di immobilizzazione. Solo con l'arrivo di tre volanti chiamate da alcuni passanti l'uomo è stato definitivamente immobilizzato e tratto in arresto. L'agente fuori servizio, nel corso della colluttazione, ha subito un trauma alla mano che, dopo gli accertamenti al pronto soccorso, è risultato essere una frattura chiusa dello scafoide che gli ha causato una prognosi di 35 giorni. Lo straniero è stato processato per direttissima per tentato furto, lesioni gravi e resistenza a pubblico ufficiale.

"La cosa più sgradevole", spiega Massimiliano Porro, segretario provinciale Milano del sindacato Fsp della Polizia di Stato a il Giornale, "è che i cittadini presenti, due donne, soggetti fragili, anziché aiutare, replicavano per il trattamento riservato allo straniero e filmavano l'azione. Il trattamento, per altro, non è stato affatto eccessivo, rientrando nei limiti dei classici interventi: si è trattato solo di una immobilizzazione, tant'è vero che il cittadino non ha riportato nessun graffio e non è stato refertato. E mentre i passanti contestavano, lui ha preso anche più forza.

Il collega ha dovuto esibire il tesserino, non al soggetto fermato, ma ai passanti". Un film che si ripete sempre più spesso, che vede la polizia vittima di un pregiudizio, figlio di un clima sempre più teso a causa dell'incessante propaganda.

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