"Andiamo a bruciare il consolato di Israele". Follia pro Pal in piazza a Milano

Al termine dell'intervento dello storico D'Orsi, un manifestante ha invitato la folla all'azione contro il consolato dello Stato Ebraico

"Andiamo a bruciare il consolato di Israele". Follia pro Pal in piazza a Milano
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Si alza la tensione anche nelle piazze italiane e dopo quanto accaduto a Washington i contorni sa fanno sempre più inquietanti. Questo pomeriggio in piazza San Babila a Milano si è tenuta una manifestazione contro il riarmo e al termine dell'intervento dello storico Angelo D’Orsi, che aveva lanciato la proposta di ricostituire "le brigate internazionali in difesa della Palestina", uno dei presenti in piazza ha gridato: "Andiamo a bruciare il consolato di Israele". Una manifestazione di violenza che ben simboleggia il sentimento che sta bruciando sotto le ceneri. L'evento è stato organizzato da diversi comitati milanesi tra i quali "Comitato contro la guerra Milano", "La Fionda", "Paese Reale" e "L'indispensabile - Movimento rivoluzionario".

"È passato appena un mese dall'appello #TuttiACasa lanciato su OttolinaTv volto a unire le forze del 99% della popolazione contro i responsabili del sistema guerra e i suoi lacchè, siano essi politici, giornalisti o presunti intellettuali. Seppur il tempo e le occasioni siano stati limitati, migliaia di cittadini si sono già mobilitati e stanno supportando il progetto", si legge nell'intro del manifesto con il quale è stata lanciata la manifestazione di piazza di oggi. Nel manifesto rivendicano "il grande successo riscontrato nella prima uscita in piazza dietro al nostro striscione in occasione della grande manifestazione contro la guerra ed il riarmo che si è svolta il 5 aprile a Roma", quella organizzata dal M5s. "L'interesse suscitato dal nostro appello non è frutto solo di sete di giustizia, di rabbia o di vendetta, è invece qualcosa di molto più importante: la necessità di vivere in un Paese che garantisca a tutti benessere, diritti e Pace. Per ottenere questi obiettivi è fondamentale mandare a casa tutti i responsabili della tragedia in corso, siano essi servitori della fazione legata a Von Der Leyen o a quella legata a Trump", si legge ancora.

A margine dello stesso incontro, l’attivista e scrittore Moni Ovadia, invitato a partecipare insieme ad altre voci, ha dichiarato che "l’errore di questa signora è stato non chiamarli col loro vero nome, sionisti. Io capisco il sentimento di questa donna, la sua indignazione, dopodiché ci sono anche degli israeliani che sono contro.

Non puoi dire vietato agli israeliani, io avrei messo un bel cartello vietato ai sionisti". Il riferimento è al cartello apparso in una merceria di Milano, poi rimosso, con il quale si vietava l'ingresso agli israeliani. Un messaggio che ha richiamato troppo da vicino gli orrori degli anni Trenta e Quaranta.

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