
A distanza di oltre tre anni dai fatti, due persone sono state arrestate per l'attentato incendiario al Tribunale di Pisa del febbraio 2023 nell'ambito dell'operazione "Delivery". Le due persone fermate appartengono all'area anarchica pisana: viene loro contestato il reato di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi. L'ordigno non è esploso perché è arrivata una segnalazione agli uomini delle Digos che li informava della presenza di un pacco sospetto nei pressi dell'ingresso del tribunale.
L'ordigno era parzialmente combusto ed era stato costruito con una bottiglia di plastica contenente liquido infiammabile, unita ad una bombola da campeggio di gas butano e un petardo su cui è stato avvolto un filamento come miccia. L'azione è stata rivendicata dal "Gruppo di Solidarietà Rivoluzionaria - Consegne a domicilio Fai/Fri" sui siti internet d'area. L'operazione è stata inserita dagli anarchici nella più ampia campagna di "complessivo" attacco allo Stato e alle sue Istituzioni, in solidarietà e supporto all’anarchico Alfredo Cospito. Anche per questa ragione, l'azione assume la connotazione di atto terroristico in considerazione del luogo selezionato, rappresentativo dell’organizzazione statuale, nonché della condotta tenuta dagli indagati.
La condotta tenuta dagli arrestati, spiegano gli investigatori nella nota diramata alla stampa, in grado di intimidire la popolazione e di minarne la fiducia nello Stato nel garantire la sicurezza pubblica. Per i due anarchici è stata disposta la custodia cautelare degli arresti domiciliari, mentre nei confronti di altri quattro sodali sono state eseguite altrettante perquisizioni tra le province di La Spezia e Massa Carrara.
Il gip, si legge nella nota, con le misure cautelari ha voluto mandare un segnale in relazione alla gravità dei fatti compiuti, alla propensione degli indagati a "continuare la lotta", alla necessità di garantire un’effettiva cesura con gli ambienti anarco insurrezionalisti di cui i due soggetti risultano far parte, scongiurando in tal modo il pericolo di reiterazione criminosa. L'indagine ha avuto anche respiro internazionale, perché le rivendicazioni pubblicate su siti con server stranieri ha portato al coinvolgimento del Dipartimento di Intelligence francese tramite Eurojust.