"Bianca 40". Così gli immigrati sfidano la polizia spacciando sui social

Senza pudore, gli immigrati pubblicano online i video dello spaccio e sfidano la polizia: insulti agli agenti e tariffe di vendita della coca esposte sui social

"Bianca 40". Così gli immigrati sfidano la polizia spacciando sui social
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Il degrado e la decadenza dei centri storici italiani sono sotto gli occhi di tutti. La mala gestione del fenomeno migratorio ha portato negli anni precedenti un numero insostenibile di stranieri irregolari, che ora vivono nelle pieghe del degrado delle città. Da nord a sud, non c'è una città che non sia costretta a convivere con l'aumento dello spaccio e della violenza, fenomeni strettamente legati all'aumento di popolazione straniera clandestina. Ma chi crede che tutto questo avvenga con il favore delle tenebre si sbaglia di grosso. Basta leggere le cronache locali per trovare notizie di aggressioni in pieno giorno e basta aprire i social per trovare video di migranti dediti allo spaccio di droga, che raccolgono migliaia di like non solo mostrando le sostanze, le armi e i soldi ma anche deridendo l'operato delle forze dell'ordine, forti di una conclamata impunità.

Come già raccontato in questo articolo alcuni giorni fa, siamo riusciti a penetrare un side del social network TikTok in cui compaiono migliaia di brevi video girati nei boschetti della droga. Tra bilancini di precisione, armi da taglio e da fuoco, dosi pronte per essere smerciate e discutibili condizioni igieniche, i migranti mostrano la loro vita ai bordi delle città, da Roma a Milano passando per la Toscana e l'Emilia. Lo fanno non solo per promuovere l'attività in loco ma anche per mostrarla al di fuori del confine e reclutare manovalanza fresca pronta a essere inserita nella catena di montaggio della morte, dai barconi alle attività illecite. Ma tra questi video ne abbiamo trovato anche altri, in cui i migranti escono dai confini sicuri dei boschetti della droga e si avventurano nelle città.

Turismo? Svago? Divertimento? No, spaccio. Il tutto alla luce del giorno, davanti ai residenti e ai turisti che ammirano le bellezze delle nostre città, loro svolgono il proprio "lavoro" vendendo droga. E lo fanno in totale spregio delle forze dell'ordine, alle quali dedicano un inequivocabile dito medio. "Bayda 40", scrivono nella didascalia. "Bayda", in arabo, non esiste, ma esiste "baida", che significa "bianca". E non è stato difficile intuire, e poi trovare conferme, del fatto che si tratti dello slang arabo per indicare la cocaina: viene usato soprattutto in Francia ma sta prendendo piede anche nelle nostre città tra le comunità magrebine che, ormai, stanno assumendo il controllo di diverse piazze. 40, invece, è il prezzo: una dose di cocaina a 40 euro.

Inquadrano il cestello della bicicletta con alcune banconote frutto dell'attività di spaccio, in sottofondo usano canzoni inneggianti la cocaina, e tutto questo in aperta sfida con la polizia. Perché tanto sanno che, in questo Paese in piena deriva buonista, non sono pressoché punibili. Devono essere colti in flagranza di reato e anche in quel caso il rischio di finire in galera è relativamente molto basso. E quindi ecco le nostre forze dell'ordine ancora una volta dileggiate, non solo da chi chiede loro di non intervenire in caso di manifestazioni violente dei "bravi ragazzi", ma anche dai migranti che spacciano.

Gli stessi che non appena vengono fermati per controlli di polizia o per esecuzione di ordini del giudice sono pronti a sguainare gli smartphone ed effettuare riprese, perché non si sa mai che trovino qualche "compagno" pronto a gridare alla violenza degli agenti.

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