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Bombe carta e botte ai passanti: la violenza anarchica a Torino

Un barista è stato malmenato dagli anarchici a Torino: la sua unica colpa è stata chiedere rispetto per il locale nel quale lavora

Bombe carta e botte ai passanti: la violenza anarchica a Torino

Paura e devastazione a Torino, dove quest'oggi si è svolto un corteo organizzato da una frangia anarchica nel giorno in cui la Corte d'Assise d'Appello deve pronunciarsi sulla rideterminazione della pena, così come indicato dalla Cassazione, per il reato di strage politica nei confronti di Alfredo Cospito e Anna Beniamino. La manifestazione è partita dal Palazzo di giustizia del capoluogo torinese, dove già da ore gli anarchici stavano effettuando un presidio. Il risultato è stato di una persona malmenata, fumogeni, bombe carta e scritte ingiurianti sui muri.

Durante la loro marcia, gli anarchici hanno acceso diversi fumogeni e nel frattempo imbrattato i muri dei palazzi che si trovavano lungo il loro percorso. Ma c'è di più, perché proprio davanti a quegli atti di vandalismo, un barista si sarebbe opposto, chiedendo agli anarchici maggiore rispetto. Di tutta risposta, l'uomo sarebbe stato malmenato da alcuni componenti del corteo. Alcuni testimoni raccontano anche del lancio di bombe carta durante il corteo.

Per quanto concerne il barista, dalle prime informazioni che sono emerse sarebbe stato aggredito da una decina di uomini che si trovavano nel cuore del corteo. Il giovane, che lavora al Family bar di via Principi d'Acaja, voleva evitare che sul dehor del locale venissero fatte delle scritte con la vernice ed evitare la stessa sorte degli altri stabili. Un moto di civiltà e di protezione per il suo posto di lavoro che gli è costato molto caro. Gli anarchici l'hanno aggredito ferendolo al capo e colpendolo ripetutamente, segno evidente che queste persone non sanno nemmeno cosa sia la civiltà e il rispetto.

Stando alle informazioni che giungono da Torino, il coreto degli anarchici non è stato ovviamente autorizzato ed è partito con circa 150 persone, che hanno sfilato dietro uno striscione che riportava la scritta: "Solidali con Alfredo in sciopero della fame". Nel frattempo, il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo, che rappresenta la pubblica accusa nel processo a carico di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, ha chiesto rispettivamente l'ergastolo con 12 mesi di isolamento diurno per Cospito e la condanna a 27 anni e 1 mese per la Beniamino.

I fatti a cui fa riferimento i proceso risalgono al 2006: l'anarchico è accusato di aver collocato due ordigni alla scuola allievi carabinieri di Fossano. Le esplosioni non provocarono danni a persone, ma secondo l'accusa avrebbe potuto essere letali.

Alfredo Cospito si trova attualmente recluso nel carcere di Sassari, dal quale ha registrato un videomessaggio: "La magistratura italiana ha deciso che, troppo sovversivo, non potevo avere più la possibilità di rivedere le stelle, la libertà, si è preferito l'ergastolo ostativo, che non ho dubbio mi darete, con l'assurda accusa di aver commesso una strage politica per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno".

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