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Cabine telefoniche per abbattere i muri: così i migranti hanno distrutto il Cpr di Roma

Durante la rivolta, i migranti hanno cercato di dare alle fiamme una macchina della polizia, sfondato porte di sicurezza e pareti, incendiato mobilia e agradito i militari

Cabine telefoniche per sfondare i muri interni: così i migranti hanno distrutto il Cpr di Roma

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Cabine telefoniche per sfondare i muri interni: così i migranti hanno distrutto il Cpr di Roma

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Il Cpr di Roma Ponte Galeria, dalla mattina di ieri, è stato trasformato dagli immigrati in uno scenario di guerriglia. A seguito della morte, per suicidio, di uno straniero di 21 anni, gli altri ospiti hanno iniziato la loro rappresaglia contro lo Stato italiano nella figura dei militari che regolarmente effettuano il servizio di sicurezza all'interno del centro. A partire dalle 9.30, gli stranieri ospiti del centro hanno iniziato a incendiare i materassi e a lanciare vari oggetti contro le forze dell'ordine. Dopo qualche ora di apparente tranquillità, attorno all'una gli scontri sono ripresi e si sono protratti fino a oltre le 22, quando finalmente gli operatori sono riusciti a riprendere possesso della struttura, devastata dai migranti che hanno usato anche le cabine telefoniche per sfondare i muri interni.

Nel pomeriggio si sono verificati gli episodi più gravi, come rende noto la Polizia di Stato con un comunicato. Alle 13, infatti, alcuni ospiti hanno tentato dapprima di forzare uno sbarramento e poi hanno iniziato a lanciare oggetti contundenti verso gli agenti. Questa potrebbe essere stata un'azione di disturbo mente altri, all'interno, forzavano una porta di sicurezza che separa la zona a loro assegnata da quella in cui vengono parcheggiate le auto delle forze dell'ordine.

Qui, hanno cercato di incendiare una volante della Polizia di Stato, arrecando danni ingenti al veicolo. Tutto questo mentre un altro gruppo forzava, e riusciva ad aprire, un'altra porta di sicurezza. Da qui, i migranti sono riusciti a entrare all’interno della stanza dedicata al personale dell'Arma dei Carabinieri, dove hanno rubato gli effetti personali dei militari e messo l'intero ambiente a soqquadro.

All'esterno, la sinistra continuava a blaterale di chiusura di questi centri, a loro dire "disumani", mentre le forze dell'ordine erano impegnate in una vera e propria guerriglia per evitare che qualche irregolare riuscisse a scappare. Per evitare questo è stato creato un vero e proprio sbarramento impiegando gli uomini della squadra mobile in tenuta antisommossa e i loro mezzi. Per riportare la calma all'interno della struttura è stato necessario utilizzare i lacrimogeni e solo dopo ore di scontri le forze dell'ordine sono tornate in possesso della struttura, riportando gli immigrati nei loro settori e requisendo tutti gli effetti personali sottratti.

Sono stati 14, per ora, gli immigrati arrestati a vario titolo per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento e incendio doloso. Il bilancio dei feriti tra le forze dell'ordine è importante: due carabinieri, a causa di alcuni traumi hanno avuto 5 e 7 giorni di prognosi, mentre un Caporalmaggiore dell’esercito ha riportato la rottura del tendine di un braccio ed è stato refertato con 30 giorni di prognosi. Nella struttura, invece, si registrano, tra le altre cose, almeno due muri di separazione tra i settori abbattuti, per i cui danneggiamenti sono state usate come arieti le cabine telefoniche.

Sono state distrutte le serrature di altre porte di sicurezza e oscurate e distrutte 8 telecamere di videosorveglianza.

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