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"Si ai cartelli col prezzo dei carburanti": il Consiglio di Stato dà ragione al governo

Il Consiglio di Stato accoglie ricorso del ministero: torna l’obbligo di esporre i cartelli con i prezzi medi. Il Tar aveva sospeso il decreto del ministero delle Imprese e del Made in Italy

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Tornano, almeno per il momento, i cartelli con i prezzi medi dei carburanti. Il Consiglio di Stato ha sospeso l’esecutività della sentenza del Tar del Lazio che bocciava il provvedimento sull’obbligo per i gestori dei distributori di carburanti di esibire il cartello con il prezzo medio giornaliero nazionale. Accolta invece l’istanza cautelare presentata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Torna così una norma volta ad aiutare consumatori italiani e le fasce più deboli. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, Sezione Sesta, ha ritenuto necessario “un più approfondito esame”. Nel testo dell’ordinanza, entrando nello specifico, si legge che i "motivi proposti e le questioni sollevate richiedano un più approfondito esame da svolgere nella competente sede di merito". L’udienza pubblica è prevista per l’8 febbraio 2024. L’istanza, quindi, è solo rimandata ma il dato certo è uno solo: la sentenza del Tar del Lazio viene momentaneamente sospesa e i cartelli con i prezzi medi dei carburanti sono di nuovo realtà.

Una storia che parte da lontano. Dopo la decisione del governo di imporre ai gestori l’esposizione dei prezzi medi regionali e nazionali di benzina e diesel all’interno delle stazioni di rifornimento, lo scorso 10 novembre la norma prevista dall’esecutivo ha rischiato di essere definitivamente annullata. Il Tar del Lazio, infatti, aveva accolto il ricorso dei sindacati Fegica (Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini) e Figisc (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti) che chiedevano di annullare il decreto del Mimit sulle “modalità dell’obbligo di comunicazione dei prezzi praticati dagli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione”. Gli oppositori avevano contestato l’adempimento di questi obblighi considerati "sproporzionati, ingiustamente afflittivi ed irragionevoli".

La risposta del ministero, che subito aveva chiesto la sospensione della sentenza, era arrivata a strettissimo giro:“Il ministero delle Imprese e del Made in Italy – si leggeva in una nota – ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato di proporre immediato appello al Consiglio di Stato con richiesta di sospensione degli effetti della sentenza del Tar del Lazio”."La decisione del Tar – questa la spiegazione - si limita ad affrontare questioni procedurali e non pone in dubbio la sussistenza dell'obbligo previsto dalla legge in ordine all'esposizione del cartello".

Una scelta che, alla luce della notizia di questa mattina, si è rivelata azzeccata sia nel merito sia nel metodo.

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