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Carenza di medicinali, ora mancano anche gli antiepilettici: sale la preoccupazione

La situazione ha iniziato a complicarsi soprattutto da maggio dello scorso anno: a gennaio 2023 i farmaci introvabili erano 3.200

Carenza di medicinali, ora mancano anche gli antiepilettici: sale la preoccupazione

La carenza di farmaci inizia a diventare un problema di sempre maggiore consistenza e cresce l'allarme tra i medici. Gli ultimi a essere divenuti pressoché irreperibili sugli scaffali delle farmacie italiane sono degli antiepilettici salvavita, ma purtroppo, come detto, non si tratta di un caso isolato: da tempo, infatti, sono sempre più difficili da trovare anche alcuni antibiotici in genere somministrati ai bambini. In certi casi diventa quasi impossibile addirittura ordinare delle semplici pasticche per lenire gli effetti di tosse e sintomi influenzali.

La situazione si trascina avanti da tempo e di recente, tra i farmaci irreperibili, si sono aggiunti anche Tegretol e Frisium. "Sono antiepilettici, farmaci salvavita. Abbiamo sollecitato fornitori e case farmaceutiche però il prodotto non è disponibile", racconta a Il Messaggero l'esponente di Federfarma Claudia Passalacqua."Dalla scorsa estate abbiamo difficoltà a rifornirci, il problema è proprio delle case farmaceutiche che producono meno prodotti".

A maggio sarà trascorso un anno dalle prime conclamate difficoltà e nell'ultimo trimestre, stando ai dati di Aifa, il numero dei medicinali introvabili ha continuato inesorabilmente a salire: da giugno del 2021 fino a settembre 2022 si è passati da 2.500 fino a 3mila. In un solo mese (ottobre 2022) si è saliti fino a 3.089, a gennaio 2023 addirittura fino a quota 3.200.

A Roma, per esempio, è stato letteralmente impossibile per diverse settimane consecutive trovare sugli scaffali delle farmacie prodotti di uso comune contro l'influenza come Momendol e Brufen, oltre all'Ibuprofene e alla Tachipirina sciroppo. Alla base di questa situazione ci sarebbe l'impennata dei costi conseguente all'attuale crisi economica e al conflitto in Ucraina. Prezzi più alti non solo per la produzione dei farmaci in senso stretto ma anche del materiale utilizzato per il confezionamento degli stessi (come scatole, bottiglie di plastica o boccette di vetro).

Antibiotici, antidepressivi, diuretici: la lista continua a diventare più lunga. "Le motivazioni che ci ha fornito Aifa vanno dalla cessata commercializzazione, definitiva o temporanea, a non meglio specificati problemi produttivi, fino alla elevata richiesta e alla conseguente distribuzione contingentata", precisa ancora Claudia Passalacqua. "Ma per questa stagione invernale abbiamo avuto anche un combinato di fattori che ha causato la carenza di farmaci. In autunno soprattutto abbiamo registrato un aumento di casi di influenza che è arrivato in anticipo e, allo stesso tempo, una nuova ondata di Covid. Questo, sommato al numero ridotto di scorte come conseguenza del conflitto in Ucraina, ha fatto scattare l'allarme e l'emergenza scorte", aggiunge in conclusione l'esponente di FederFarma.

Se è stato possibile soppiantare alcuni farmaci con altri equivalenti, tuttavia, sembra più difficile fare altrettanto con gli antiepilettici salvavita: ecco il perché della preoccupazione crescente.

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