"Continuiamo a combattere". I collettivi tirano dritto nonostante la tregua a Gaza

L'accordo di pace ha tolto a molti un passatempo ma negli ambienti antagonisti stanno già cercando nuove ragioni per scendere in piazza e "bloccare tutto"

"Continuiamo a combattere". I collettivi tirano dritto nonostante la tregua a Gaza
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L'accordo di pace firmato tra Hamas e Israele ha portato la felicità nelle strade di Gaza, meno in quelle italiane. Chi ha messo a ferro e fuoco le città tra la fine di settembre e i primi di ottobre si è trovato improvvisamente vuotato della propria ragion d'esistere e ora sono in tanti a chiedersi quale potrà essere il pretesto del prossimo futuro per continuare a bloccare tutto, occupare scuole, università e stazioni. Qualcuno ci prova ancora a usare la causa palestinese per riempire le piazze ma non ha più senso, motivo per il quale da Bologna cercano di trovare strade alternative.

"Tregua ok, ma adesso?", è il titolo di un incontro organizzato da diverse realtà antagoniste che si chiedono "come continuiamo la lotta per la Palestina libera?". Mancando la narrazione dell'occupazione dei territori, dei civili uccisi e della carestia, tutti i movimenti pro Pal d'ora in poi dovranno trovarsi altri temi e tutti gli attesti trovarsi altri argomenti da gridare nelle piazze. "In che modo possiamo continuare a sostenere la lotta palestinese? Come possiamo fare in modo che il patrimonio di sciopero, blocco, mobilitazione e conflittualità che si è sviluppato nelle ultime settimane può rilanciarsi? Come possiamo organizzarci contro l’economia di guerra e di genocidio, continuare a bloccare i suoi flussi, e dare ulteriore espansione alle scintille di liberazione che ci ha dato la Palestina?", si legge nel manifesto che accompagna l'invito all'incontro, dove discuteranno di tutti questi temi per trovare nuovi appigli, ma soprattutto, "continuiamo a combattere". Per cosa? Poi si vedrà.

Sarebbero potuti scendere in strada per festeggiare, come è stato fatto a Gaza, ma nessuno sembra aver voglia di celebrare quello che ha tutti gli elementi di un accordo storico. C'è anche chi è convinto che si sia arrivati agli accordi grazie alla Flotilla e alle piazze e non grazie al lavoro silenzioso dietro le quinte di diplomatici ed emissari che per mesi hanno trattato tutti gli aspetti dell'accordo.

Ma intanto le occupazioni scolastiche continuano, anche se nei prossimi giorni pare vadano in conclusione la maggior parte, almeno per questa parte di anno scolastico, mentre nelle università occupate non sembra ci siano ancora margini per la liberazione. E non mancano ovviamente le manifestazioni di piazza, non per festeggiare la pace ma per cercare di cavalcare ancora il tema della Palestina libera, anche se ormai anacronistico.

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