"Via il crocefisso per la moschea". A Napoli cittadini in allarme per il piano di un pakistano

L'acquisto di un palazzo dove sorge una chiesa in disuso del 1600 ha fatto preoccupare i cittadini dopo la rimozione di un crocifisso centenario dalla facciata

"Via il crocefisso per la moschea". A Napoli cittadini in allarme per il piano di un pakistano
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C'è un intero quartiere di Napoli in subbuglio, a due passi dalla centralissima piazza del Mercato, perché pare che una delle chiese storiche della zona verrà presto convertita in moschea. Nel quartiere del Lavinaio sorge, o sorgeva, la chiesa di Santa Caterina al Foro Magno a Napoli. Un vecchio luogo di culto che sorge in un palazzo che è stato acquistato da un pakistano. Questa zona di Napoli, da ormai diversi anni, è stata pressoché "colonizzata" da piccoli commercianti pakistani, che hanno occupato gli spazi lasciati dagli storici commercianti napoletani che, per età o sconvenienza, hanno chiuso le proprie attività.

Nel palazzo acquistato dal pakistano, all'ingresso della piccola chiesa, c'era un crocefisso centenario che è stato sradicato per volontà del pakistano, che ne ha preteso l'eliminazione in quanto non lo considererebbe adeguato alla convivenza con la sua idea che quel palazzo diventi un centro culturale islamico con moschea. Almeno questo è quanto riferiscono gli abitanti della zona, sempre più stupefatti dalla trasformazione della loro città in qualcosa che non riconoscono più. "Chi ha più soldi prega per chi vuole lui", è il commento amaro di don Vincenzo, molto attivo nella zona. Il crocefisso, secondo quanto riferiscono le cronache locali, è stato tolto dall'istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, che si dice proprietario del luogo in cui sorgeva, ma don Vincenzo non sembra concordare: "Credo che sia un atto arbitrario dell'Istituto. Il crocifisso è della Parrocchia".

Le polemiche tra i vecchi residenti montano e in tanti si dicono preoccupati. "Sebbene la chiesa sia da tempo in stato di abbandono, la rimozione del crocifisso ha suscitato forti polemiche nel quartiere, dove rappresentava ancora un simbolo identitario e un luogo di devozione. La chiesa, inoltre, ha rilevanza storica per Napoli: secondo diverse fonti, qui si sarebbe sposato nel 1641 il rivoluzionario Masaniello. In una zona dove i residenti segnalano già la presenza di tre centri islamici, l'ipotesi di una nuova moschea alimenta il timore di una progressiva sostituzione culturale e religiosa, con le nostre tradizioni sempre più calpestate da un'islamizzazione crescente", sottolinea Silvia Sardone, vicesegretario della Lega.

"Si tratta di segnali preoccupanti che mettono in discussione la nostra identità, con moschee che subentrano a chiese. La rimozione del crocifisso, avvenuta senza alcuna comunicazione o confronto con la cittadinanza, è uno sfregio a un simbolo di fede storica", è la sua conclusione.

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