Estate di droga e violenza: dai porti blindati ai rave, lo Stato all’attacco dei clan

Tonnellate di droga, torture mafiose, arresti e piantagioni in montagna: dal porto di Gioia Tauro ai rave di Torino, il contrasto al narcotraffico incendia l’Italia. Maxi blitz tra Roma, Calabria e Nord

Estate di droga e violenza: dai porti blindati ai rave, lo Stato all’attacco dei clan
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Cocaina a quintali nel “solito” porto di Gioia Tauro, torture in stile mafioso a Roma, a Napoli piantagioni in montagna come nel Triangolo d’oro, a Torino arresti e denunce al festival di musica elettronica. Il caldo inizio di luglio vive all’insegna del contrasto al narcotraffico, dal Nord al Sud del Paese. Con un bilancio di tutto rispetto quanto ad arresti e sequestri.

All’alba di oggi è scattato l’ultimo blitz, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con il ROS dei Carabinieri e i “Cacciatori” di Calabria in campo per eseguire le 28 misure cautelari in carcere in mezzo stivale: Roma, Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, L’Aquila, Latina e Pistoia. A finire in manette una serie di soggetti – italiani e albanesi – ritenuti parte di un sodalizio ‘ndranghetista che era riuscito a radicarsi nella capitale. Al vertice dell’organizzazione ci sarebbe un 57enne calabrese già condannato per mafia, stabilitosi a Roma da un ventennio, che avrebbe assunto il controllo del quartiere San Basilio, coinvolgendo nella rete anche i tre figli. L’alleanza con un gruppo albanese garantiva la logistica e l’approvvigionamento di droga da Sud America e porti europei, in particolare Rotterdam e Gioia Tauro. Agli arrestati viene contestato il traffico di una tonnellata di cocaina e di una e mezza di hashish. E tra i capi di imputazione spunta un episodio di “tortura aggravata dal metodo mafioso”: un pusher rivale sarebbe stato rapito, picchiato e filmato dall’associazione, tutto per “educare” chi si opponeva al clan. Diffuso come monito, il video sarebbe infatti servito a imporre silenzio e obbedienza nel quartiere della capitale.

E in uno dei porti utilizzati dall’organizzazione, quello di Gioia Tauro, anche ieri la Gdf ha portato a casa un importante risultato, intercettando e sequestrando un carico da 417 chili di cocaina nascosto in 16 sacche all’interno di un container, seminascosto in una zona in penombra e che proprio per questo ha colpito l’attenzione delle fiamme gialle, che hanno così tolto dal mercato stupefacenti per 67 milioni di euro. A Napoli, invece sui Monti Lattari i finanzieri di Castellammare di Stabia hanno individuato due coltivazioni di cannabis che erano state mimetizzate nella vegetazione circostante e protette con recinzioni e barriere di piante spinose, nel comune di Casola di Napoli. Ma i “coltivatori” stupefacenti non avevano fatto i conti con il supporto dal cielo di un elicottero della sezione aerea di Napoli, che ha permesso di individuare con facilità le piante più “vigorose” tra i 43 arbusti sequestrati, che erano alti anche più di un metro e mezzo.

Chissà chi aveva rifornito di “erba”, invece, il malcapitato automobilista (ora spedito ai domiciliari) fermato dai finanzieri al casello di Lamezia Terme sulla Salerno-Reggio Calabria. A incastrarlo è stato Ulisse, un cane antidroga che, appena si è avvicinato alla macchina, ha fiutato che qualcosa non andava. E i baschi verdi aprendo il bagagliaio ne hanno avuto la conferma, trovandoci nascosti, dentro due scatole, 8 chili di marijuana.

Cani in azione anche a Torino, dove si è chiusa due giorni fa l’edizione 2025 del “Kappa Future Festival”, importante evento europeo di musica elettronica. Qui le unità cinofile della Gdf hanno curato filtraggio e prefiltraggio dei partecipanti che intendevano “svagarsi” durante i concerti con sostanze illegali: sono state così sequestrate 173 pasticche di ecstasy, 161 spinelli pronti all’uso, 146 grammi di cannabis e 166 dosi tra ketamina, Lsd, Mdma e cocaina. Sette gli arresti per spaccio, 4 le denunce a piede libero e 165 le persone segnalate per uso personale di stupefacenti.

Una “tradizione” ormai consolidata: già negli scorsi anni il festival torinese era finito al centro delle cronache per episodi analoghi. Nel 2023 furono 8 gli arresti per spaccio, mentre nel 2022 le segnalazioni sfiorarono quota 200.

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