Nazionale

Lampedusa, l'hotspot e i documenti mancanti: le accuse della Prefettura

Un solo operatore ogni 120 migranti, 15 euro al mese destinati alla pulizia del centro e un finanziamento di quasi 800mila euro per un anno. La Prefettura parla di "reiterate irregolarità" ma Badia Grande è ancora il gestore dell'hotspot nonostante la convenzione sia scaduta lo scorso febbraio

Lampedusa, l'hotspot e i documenti mancanti: le accuse della Prefettura Esclusiva
Tabella dei contenuti

Numeri record quelli dell’hotspot di Lampedusa tanto che, proprio nei giorni scorsi, grazie al tour de force della Questura di Agrigento e dell’operato del commissario straordinario per l’immigrazione, Valerio Valenti, è stato quasi completamente svuotato. I migranti erano arrivati, la scorsa settimana, a 3.300. A prescindere dallo smistamento sul territorio dei nuovi arrivati c'è da sottolineare che la gestione dell’hotspot che sembrerebbe essere alquanto lacunosa da anni. L’ente gestore è la cooperativa Badia Grande che, il 10 settembre 2019, ha stipulato una convenzione con la prefettura di Agrigento. "L'appalto ha per oggetto la fornitura dei beni e la gestione dei servizi previsti nel capitolato di appalto dei servizi di accoglienza", si legge nei documenti in possesso de IlGiornale.it. E ancora: "Il CPSA/Hotspot di Lampedusa ha attualmente una capienza complessiva non superiore a 96 posti".

La gestione dell'hotspot

Nei documenti, sotto la sezione della gestione amministrativa, sono ben chiare le "regole" a cui Badia Grande è sottoposta durante la gestione. Una, tra le tante, è "la comunicazione giornaliera alla Prefettura, secondo le modalità dalla stessa indicate, delle presenze giornaliere nel centro, degli allontanamenti non autorizzati e dei beni e dei servizi erogati". Stessa cosa per i costi: Badia Grande, durante la gestione deve comunicare "gli importi fatturati in bolletta e la trasmissione delle bollette alla Prefettura per la liquidazione con attestazione che i consumi si riferiscano all’attività del centro".
Insomma, la gestione sia tecnica che amministrativa, ma anche finanziaria dell’accoglienza deve passare alla Prefettura mediante report redatti dall'ente gestore.

Le lettere in esclusiva

IlGiornale.it è entrato però in possesso di alcune lettere scambiate tra l'avvocato romano Giulia Cesarini e la Prefettura di Agrigento, con in copia anche il ministero dell'Interno, Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione che sembrerebbero smentire la prassi. La prima è datata 29 settembre 2022 e ha come oggetto: "Istanza di accesso civico ai documenti amministrativi ai sensi del D.lgs. 33/2013 - gestione Hotspot Lampedusa". In pratica, l’avvocatura di Roma aveva chiesto alla Prefettura siciliana delucidazioni sulla gestione di Badia Grande con una nota del 27 settembre 2022.
“Allo stato attuale non si trova nella disponibilità materiale di questa Prefettura, in quanto non ancora trasmessa dall’Ente gestore dell’Hotspot”, rispondono da Agrigento riservandosi di “trasmettere quanto richiesto non appena nella disponibilità di questa prefettura”.

La seconda lettera è di cinque mesi dopo, esattamente il 14 febbraio 2023 e l’oggetto è lo stesso e cioè “la richiesta di riesame avverso la mancata risposta di accesso ai documenti amministrativi”. Insomma, della gestione di Badia Grande, nell’hotspot di Lampedusa dal 2022, non c’è traccia. La prefettura infatti, si legge, afferma che "non è possibile corrispondere alla richiesta in argomento avverso che questa Prefettura non è in possesso della documentazione richiesta. Si rappresenta infatti che la cooperativa Badia Grande non ha fatto prevenire a questo ufficio i monitoraggi e i report periodici. Si fa, altresì, presente che questa’Ufficio ha contestato irregolarità e irrogato numerosi sanzioni all’ente gestore proprio in merito a reiterate irregolarità e che è in via di definizione la procedura per lo scioglimento del vincolo contrattuale”.

Quindi, nessuna informazione - dal primo marzo 2022 - sulla gestione dei migranti dell’Hotspot Lampedusa è pervenuta all’organo competente, nonostante proprio nello stesso anno i finanziamenti che Badia Grande ha ricevuto ammontano a poco più di 778mila euro, con una cadenza mensile per tutto il corso dell’anno. Al momento, date le "reiterate irregolarità", come scrive la Prefettura nella lettera, la stessa ha indetto un nuovo bando per affidare la gestione a un altro gestore di cui però, almeno formalmente, non si hanno notizie.

Il commissario Valenti ha fatto sapere ad AgrigentoToday, proprio due giorni fa, che "fra una decina di giorni la gestione dell’hotspot di Lampedusa passerà alla Corte Rossa Italiana". In realtà la gestione di Badia Grande è scaduta già da mesi, lo scorso febbraio, ma la gara indetta della Prefettura, che doveva vedere il nuovo vincitore lo scorso 14 aprile è al momento bloccato. La Prefettura ha fatto rimandato l’appuntamento "a data da destinarsi".

I soldi stanziati

Altra storia è poi la gestione di Badia Grande all’interno del centro. Nel documenti di cui IlGiornale.it è entrato in possesso si legge infatti come e quanto i soldi sono stati utilizzati. Un esempio su tutti riguarda la pulizia degli ambienti, tema fondamentale considerato l’enorme mole di persone che passano dall’Hotspot: la spesa è di 55 centesimi al giorno, a prescindere che siano presenti 25 migranti o 450. Facendo un conto si stimano 3.85 euro a settimana, 15,40 euro al mese e quindi solo 200 euro all’anno per la pulizia degli ambienti, e questo non cambia a seconda del numero dei presenti.

Stesso andazzo per la cura dei bambini, per i pannolini vengono destinati infatti solo 16 centesimi al giorno, sempre a prescindere dal numero delle persone presenti. Per quanto riguarda la pulizia delle “camere” dove dovrebbero essere sistemati i migranti, il cambio di lenzuola e la santificazione della zona - stando alle “regole” - deve avvenire “secondo necessità”. Ciò implica che non c’è nessun obbligo da parte dell’ente gestore di garantire un ambiente pulito ad ogni nuovo arrivo.

E per quanto riguarda gli operatori che concretamente dovrebbero gestire gli ospiti si parla di un organico praticamente insufficiente per garantire il controllo. Sono previsti infatti solo dieci figure per 1.200 posti, in pratica un solo operatore dovrebbe gestire 120 migranti ogni giorno.

E se è vero che ad oggi si parla solo di “urgenza”, è vero anche che la gestione dei grandi centri accoglienza - in questo caso l’Hotspot di Lampedusa che è proprio il primissimo posto dove arrivano i migranti in Italia - non è sicuramente un’emergenza, ma anzi una condizione che sembrerebbe essere stata lasciata alla distrazione da ormai troppi anni.

Riceviamo e pubblichiamo:

"La cooperativa Badia Grande ha iniziato a gestire l’hotspot di Lampedusa il 01.03.2022, partecipando al bando di gara (15.09.2020) per 250 posti che al momento della stipula del contratto (14.04.2022) sono diventati 389.

I report delle presenze sono stati inviati regolarmente fino a giugno 2022. Da quando l’Uff. Immigrazione, che fornisce liste di sbarco e di trasferimento, utilizza un nuovo sistema informatico registriamo difficoltà nel reperire questi dati. Circostanza segnalata più volte alla Prefettura.

Sulle certificazioni degli importi fatturati in bolletta etc, si evidenzia che la Cooperativa ha sempre certificato le spese sostenute a seguito di richiesta della Prefettura con un ritardo massimo di qualche giorno per effettuare i necessari controlli.

Relativamente alle irregolarità e sanzioni, si informa che le stesse sono state tutte oggetto di contestazioni da parte della Cooperativa, atteso che la questione relativa alla conduzione del centro non può essere in alcun modo riconducibile al gestore, impegnatosi ab origine per 250 ospiti, ma piuttosto al fatto che dal 01.03. ad oggi sono transitati oltre 100.000 migranti, con picchi di oltre 3.500 ospiti, in una struttura calibrata per 389. A tale situazione di emergenza, si è aggiunta anche l’enorme esposizione finanziaria in cui si trova la cooperativa pari ad oltre € 9.000.000,00. Circostanza che ci ha costretto ad avviare ad ottobre 2022 le procedure per chiedere la risoluzione anticipata della commessa per sopraggiunta onerosità.

In merito ai costi, non si può contro dedurre alcunché visto che i conti di cui è in possesso la scrivente cooperativa sono totalmente diversi"

Commenti