
La nave Mediterranea dell'omonima Ong di Luca Casarini è stata bloccata nel porto di Trapani dopo aver disobbedito agli ordini del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo che aveva indicato come porto quello di Genova per sbarcare 10 migranti. "Poco prima che arrivassimo a destinazione ci è stato detto via radio se eravamo consapevoli che il nostro porto assegnato era quello di Genova e che quindi, stavamo compiendo un'azione non consentita. Abbiamo dimostrato che ne eravamo consapevoli", ha dichiarato Beppe Caccia, capo missione della Mediterranea Saving Humans a ridosso dello sbarco.
Caccia adesso si trova ancora a bordo e non ha intenzione di scendere. "Ci resto, questa situazione è inaccettabile. Una chiara vendetta per aver disobbedito all’ordine di sbarcare a Genova", ha dichiarato Caccia al Corriere della sera. "Questura, Guardia di finanza e Capitaneria di Porto di Trapani ci hanno notificato il verbale con cui la nave Mediterranea viene colpita dalle misure previste dal decreto legge Piantedosi: sanzione fino a dieci mila euro e fermo amministrativo la cui durata sarà decisa dal prefetto di Trapani entro cinque giorni", ha proseguito il capomissione. Come prevedibile, l'Ong ha già in programma un ricorso "contro questo provvedimento osceno. Il governo ha deciso di bloccare in porto una nave che sarebbe pronta a partire per continuare la sua attività di soccorso, attività necessaria visto il tragico bilancio dei naufragi delle scorse settimane a sud di Lampedusa". A detta di Caccia, le autorità "si vendicano e ci colpiscono perché abbiamo salvato da morte certa dieci ragazzi e li abbiamo sbarcati nel più vicino luogo sicuro affinché fossero curati".
Ma questa versione è stata smentita da Fratelli d'Italia, che tramite l'onorevole Sara Kelany, responsabile del Dipartimento Immigrazione di FdI, ha sottolineato che "con il fermo amministrativo a Mediterranea il governo ha semplicemente fatto rispettare una legge, introdotta dal Governo Meloni, che finora ha garantito una gestione ordinata del fenomeno dell'immigrazione irregolare.
Il coordinamento dei soccorsi in mare, infatti, si completa con le capacità dei porti di attracco di assorbire l'impatto e i risultati delle nuove regole introdotte con il decreto Ong nel 2023 sono evidenti e tangibili: luoghi come Lampedusa e Pozzallo sono tornati a vivere". Le Ong, ha aggiunto Kelany, "sono organizzazioni private, non possono pretendere di agire al di sopra delle leggi e senza coordinamento con le autorità statali".