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Calci, morsi, poi la violenza: la furia dello straniero contro un'agente. "In Marocco donne sottomesse"

Il marocchino è accusato di violenza sessuale, di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni volontarie aggravate. Prima di aggredire l'ispettrice capo le disse: "Io non parlo con le donne p… italiane in divisa"

Immagini dalla pagina Facebook "Soccorritori italiani"
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"In 26 anni di servizio non mi era mai successo che un uomo si scagliasse su di me". Sono le parole dell'ispettrice capo della polizia penitenziaria che, il 4 novembre 2024, è stata brutalmente aggredita da un detenuto straniero, M. B., di 33 anni, nel carcere di Spini di Gardolo. L'agente è intervenuta per riportare alla tranquillità la situazione nel momento in cui il marocchino si era scagliato contro l'insegnante di italiano che gli aveva fatto sapere che non poteva partecipare alle lezioni di alfabetizzazione. Come in tutti questi casi, infatti, esiste un iter che va seguito e che inizia con l'iscrizione che, pare, Bahlou non aveva fatto. Da quel momento si è scatenata la furia dell'uomo, che ha costretto l'agente a subire atti sessuali.

È notizia di queste ore che l'uomo dovrà affrontare un processo per quella barbata violenza compiuta ai danni di un rappresentante dello Stato. L'agente si è costituita parte civile nel processo ma quell'aggressione ha lasciato il segno, non solo sul suo corpo, perché a seguito del pestaggio le furono dati 88 giorni di prognosi e le venne diagnosticato un disturbo post traumatico. "Io non parlo con le donne p… italiane in divisa, in Marocco le donne stanno sottomesse agli uomini", aveva detto rivolgendosi all'ispettrice capo, quando lei stava cercando di spiegargli la ragione per la quale non poteva partecipare ai corsi di italiano. A quel punto è passato ai fatti e, come ricostruirono i sindacati all'epoca dei fatti, prima l'ha spinta contro il muro per metterle le mani addosso, quindi l'ha spinta a terra e le si è seduto addosso senza darle la possibilità di reagire, afferrandola per il collo. A quel punto l'ha colpita con pugni, calci, morsi e graffi, per poi strapparle la divisa e palpeggiarle il seno.

"È successo tutto in pochissimo ed è stato terribile", aveva raccontato la vittima. Con lei, in quei momenti, c'erano anche due colleghi che hanno provato in tutti i modi a staccare l'uomo dall'ispettrice capo, senza però riuscirci se non quando lui ormai le era addosso e le stava facendo violenza.

L'udienza è prevista a marzo, quando il marocchino dovrà presentarsi davanti al gip con l'accusa di violenza sessuale, di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni volontarie aggravate. Le sono state contestate anche recidive, in quanto si trovava detenuto nel carcere di Spini di Gardolo per reati di natura sessuale. Dopo quell'episodio è stato trasferito dal carcere trentino a quello di Modena.

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