Procedono le indagini sull'incidente che si è verificato al largo del fiordo di Amalfi lo scorso giovedì 3 agosto, quando un gozzo di nove metri ha impattato lo scafo del veliero Tortuga provocando la morte della turista americana Adrienne Vaughan. Lo skipper del gozzo, Elio Persico di 30 anni, dovrà ora rispondere di omicidio colposo e naufragio. "Ho visto questa imbarcazione venire dritta verso di noi, ho virato, ho spento i motori, ho provato ad andare indietro... Ma l'impatto è stato inevitabile", ha raccontato Tony Gallo, comandante e armatore del Tortuga, a il Messaggero.
Il video in cui vengono ripresi i secondi immediatamente successivi all'impatto è diventato virale online ma ce ne sarebbe un secondo ancora più drammatico, che aggraverebbe ulteriormente la posizione di Persico. Come riferisce il Messaggero, pare, infatti, che lo skipper abbia effettuato una seconda manovra dopo lo schianto portando indietro i motori, pur accorgendosi che in mare c'erano due persone. Potrebbe essere stato in quel frangente che Adrienne Vaughan ha incrociato suo malgrado le eliche del gozzo, tanto che Persico, forse rendendosi conto della manovra sbagliata, appena dopo pochi metri toglie la marcia indietro.
Gallo spiega che i passeggeri del suo veliero, che in quel momento erano impegnati in una festa, non si sono accorti di nulla se non quando l'impatto era avvenuto a causa delle urla che provenivano dal mare. "Ho visto che in mare c'erano la mamma e la figlia, entrambe cadute a causa della collisione. Abbiamo lanciato dei salvagenti, i miei marinai si sono gettati in acqua, hanno aiutato la piccola e la donna che aveva il viso riverso in acqua: era incosciente ma viva", prosegue. I soccorsi sono arrivati subito sul posto ma purtroppo per Vaughan non c'è stato niente da fare: troppo gravi le ferite riportate a causa dell'incontro con le eliche in mare. A prestarle i primi soccorsi sono stati i medici a bordo del Tortuga ma poi la donna è stata portata a terra da un motoscafo di passaggio, il tutto nell'arco di pochi minuti.
"Lo skipper, come il marito della donna, erano entrambi leggermente feriti. Il ragazzo si teneva la testa tra le mani e gridava: 'la mia vita è finita, io sono finito'. E poi mi ha detto: 'non vi ho visti'", ha proseguito Gallo nel suo racconto. "La cosa che più mi fa male e, soprattutto, che mi è rimasta impressa nella mente sono quei due bambini seduti su una panchina del porto di Amalfi che, alle 11 di sera, avevano ancora i costumi addosso e non sapevano che la mamma era morta", dice il comandante, raccontando con parole vivide quelle scene strazianti.
Quei due bambini, che hanno 12 e 8 anni, hanno rischiato di essere affidati ai servizi sociali perché nemmeno il loro papà in questo momento può prendersi cura di loro, essendo ricoverato per le ferite riportate. L'intervento del consolato americano a Napoli avrebbe comunque garantito comunque la tutela dei due minori e l'assistenza psicologica necessaria. Ma il padre, operato a una spalla e alla mandibola, dall'ospedale ha preferito affidarli momentaneamente ai proprietari della struttura presso la quale la famiglia stava trascorrendo le vacanze, Villa Giulia a Sant'Agata sui Due Golfi. I parenti sono comunque partiti dall'America e sono in viaggio verso l'Italia.
In merito allo skipper del gozzo, Gallo esclude un colpo di sonno alla base dell'incidente: "Era esaltato. Ho ripercorso nella mia mente quei momenti tante volte per cercare delle risposte. Non capisco la manovra: o aveva inserito il pilota automatico che, per un motivo che ignoro, potrebbe essersi disinnescato oppure ha perso il controllo perché a me è sembrata una manovra suicida".
Gli esami tossicologici hanno evidenziato la presenza di alcol e cocaina nel sangue. Ma le quantità non eccessive rilevate hanno richiesto la ripetizione dei test per comprendere quanto tempo prima dell'incidente avesse assunto le sostanze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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