Nino Di Matteo lascia l'Anm. Questo l'annuncio del sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia in una nota: "Nelle scorse settimane ho presentato le dimissioni dall'Associazione nazionale magistrati. Ho, progressivamente nel tempo, maturato questa decisione con molta amarezza. Non mi sento parte di un'associazione all'interno della quale continuano a trovare spazio logiche di appartenenza correntizia e di opportunità politica che non ho mai condiviso e che, in passato, anche da membro del Consiglio superiore della magistratura, ho cercato in tutti i modi di contrastare". Una decisione maturata nel tempo, dunque, che pone l'accento sulle distanze rispetto alle dinamiche interne dell'associazione nazionale magistrati.
Senza lesinare stoccate, l'ex pm del processo “Trattativa Stato mafia” ha sottolineato che continuerà "a titolo personale come ho sempre fatto (anche quando l'Anm preferiva restare silente) ad esprimere le mie opinioni e a denunciare pubblicamente il grave pericolo che le riforme degli ultimi anni (a partire dalla riforma Cartabia e fino all'ultimo progetto di revisione costituzionale che riguarda la separazione delle carriere) rappresentano, per la salvaguardia della indipendenza della magistratura, del principio di eguaglianza di tutti i cittadini innanzi alla legge, dell'efficacia dell'azione di contrasto alla criminalità e ad ogni forma di abuso nell'esercizio di pubblici poteri".
Recentemente Di Matteo aveva espresso giudizi netti nei confronti dell'Anm. Lo scorso marzo, intervenendo nel corso della presentazione del libro di Saverio Lodato “Cinquant’anni di mafia” al Teatro Golden di Palermo, il sostituto della Procura nazionale Antimafia aveva affermato: “Non mi sento rappresentato da una Anm che ha reso più debole e meno credibile agli occhi dei cittadini la magistratura italiana - riporta Live Sicilia -. C’è un manipolo sempre più ristretto, ma tenace e agguerrito, di persone che, con ruoli diversi, resiste in un Paese che sta perdendo la sua memoria e che sta perdendo lo spirito dei principi della nostra Costituzione".