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"Non è Denise Pipitone". Il test del Dna spegne le speranze

La ragazza bosniaca a cui era stato prelevato un campione di saliva non è Denise Pipitone: il test del Dna ha dato esito negativo. La reazione di Piera Maggio e Pietro Pulizzi: "Siamo delusi e amareggiati"

"Non è Denise Pipitone". Il test del Dna spegne le speranze
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Non è Denise Pipitone la ragazza bosniaca, che risponde al nome di Denisa Beganovic, a cui nelle scorse settimane era stato prelevato un campione di saliva per procedere con gli accertamenti genetici. Stando a quanto riporta l'Ansa, il test del Dna ha dato esito negativo. "Siamo delusi e amareggiati, dalla procura non abbiamo ricevuto alcuna notizia", è stata la reazione a caldo di Piera Maggio e Pietro Pulizzi, i genitori della bimba scomparsa da Mazara del Vallo, dopo aver appreso la notizia.

Il test del Dna

La segnalazione relativa alla presunta somiglianza tra la ragazza bosniaca e Denise Pipitone era pervenuta, settimane addietro, ai carabinieri della stazione romana di Talenti da alcuni vicini di casa della donna straniera. Successivamente i militari dell'Arma hanno trasmesso le informazioni alla procura di Marsala che ha ordinato ai carabinieri di acquisire, previo consenso della giovane, il Dna in modo da procedere con il test di comparazione genetica con quello della bimba di Mazara. L'accertamento è stato disposto nell'ambito di un fascicolo, altrimenti noto come modello 45, con cui i pm raccolgono le numerose segnalazioni che periodicamente arrivano sulla scomparsa di Denise e sulle quali i magistrati dispongono sistematicamente indagini. Nel tardo pomeriggio di oggi è giunta notizia che il test ha dato esito negativo.

La reazione dei genitori di Denise

La vicenda era emersa ieri sera, nel corso del programma televisivo "Quarto Grado". A quanto pare, Piera Maggio e Pietro Pulizzi, i genitori di Denise, non sarebbero stati informati dei fatti dalla procura, ma avrebbero appreso la notizia relativa agli accertamenti genetici dagli organi di stampa. "Un tuffo al cuore, sono fatti che non dovrebbero nemmeno accadere. Le notizie, 'specialmente quelle particolari' dovrebbero passare prima da noi genitori e dopo alla stampa, (con tutto rispetto). - avevano commentato su Facebook ieri sera - Questo non è umanamente corretto. Siamo coinvolti in un'arancia meccanica dei sentimenti". Poi in una nota diffusa dopo l'esito dell'accertamento hanno ribadito: "'La stampa è tossica, la stampa inquina ed è pericolosa' e poi ci ritroviamo (con tutto rispetto) un Procuratore che utilizza la stampa per rispondere e non ci manda a casa neanche attraverso un carabiniere, le forze dell'ordine, ancor prima del comunicato stampa, visto che la comunicazione l'hanno fatta loro, dando la notizia a tutti e non anche in primis a noi genitori, per comunicarci umanamente in maniera riservata, 'stia tranquilla signora purtroppo l'esito del Dna è risultato negativo. Neanche questo, tutto attraverso la stampa che in questo caso 'la stampa è buona'". E ancora: "La stampa non va valutata e definita a propria convenienza - continuano - ecomunque svolge un servizio dietro notizie e comunicazioni perché gli vengono riferite da qualcuno. Abbiamo appreso la notizia dell'accertamento della ragazza Bosniaca di Roma, dall'inizio a fine esito nel giro di 12 ore, solo attraverso i media.

Rimaniamo delusi e amareggiati".

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