Cronaca giudiziaria

Omicidio Carol Maltesi: la procura chiede l'ergastolo per Fontana

Ergastolo con isolamento diurno per due anni, è quanto chiesto in Tribunale a Busto Arsizio (Varese) dall'accusa per Davide Fontana, l'uomo di 44 anni che nel gennaio 2022 ha ucciso e fatto a pezzi la 26 enne

Omicidio Carol Maltesi, chiesto ergastolo per Fontana
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Omicidio Carol Maltesi: la procura chiede l'ergastolo per Fontana

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In Tribunale a Busto Arsizio (Varese) la pubblica accusa ha chiesto l’ergastolo con isolamento diurno di due anni per Davide Fontana, l'uomo di 44 anni che nel gennaio 2022 ha ucciso e fatto a pezzi la 26 enne Carol Maltesi, nella sua casa di Rescaldina, in provincia di Milano. Il pubblico ministero è Carlo Alberto Lafiandra, le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Manuela Scalia, Annamaria Rago e Veronica Villani, mentre il difensore nominato dall’imputato è Stefano Paloschi.

Chiesto l'ergastolo e due anni di isolamento

Il pm, titolare del fascicolo di inchiesta, non si è fermato alla richiesta di carcere a vita ma ha chiesto anche un risarcimento di 2 milioni per il figlio di Carol e 500 mila euro ciascuno per madre e padre della giovane. La giovane, dopo una breve relazione con Fontana con il aveva girato anche contenuti video per "Only fans" in epoca di pandemia, aveva deciso di trasferirsi a Verona per stare vicino al suo bambino, avuto da una precedente relazione. Per l’accuisa sarebbe stato questo il movente del delitto. Fontana il giorno dell’omicidio colpì alla testa la 26enne con un martello, per poi finirla con un colpo alla gola. Quindi fece a pezzi il corpo, conservandolo in un congelatore acquistato su Amazon, fino a quando ha abbandonato i resti sulle montagne di Borno, in provincia di Brescia. Ora, dopo la richiesta, si tornerà in aula il prossimo 5 giugno.

Fontana è sano di mente ed era "lucido"

Intanto la scorsa settimana secondo la specialista in psicopatologia Mara Bertini, Fontana non soffre nè soffriva al momento dei fatti di alcun disturbo mentale. Nella relazione il perito ha sottolineato un “quadro di fragilità ed insicurezza nella personalità dell’assassino“, non tale però da comprometterne la sanità di mente e la capacità di intendere e volere. Alla base del delittpo quindi ci sarebbe questo aspetto unito alla frustrazione e alla rabbia causati dall’imminente perdita dell’oggetto del suo desiderio idealizzato nel rapporto con Carol. In tribunale ora si dovrà cercare giustizia per la giovane Carol davanti alla Corte d’Assise, presieduta dal Giudice Giuseppe Fazio.

In aula si tornerà il 5 giugno con il dibattito e una sentenza che dovrà restituire dignità alla giovane uccisa e alla sua famiglia.

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