"Ho rischiato l'occhio, querelo". Parla la docente impallinata dagli studenti (promossi)

La professoressa è adirata soprattutto per il dileggio organizzato dai ragazzi, i quali dopo aver filmato l’episodio in un video lo hanno fatto girare sui social media

"Ho rischiato l'occhio, querelo". Parla la docente impallinata dagli studenti (promossi)
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Non si arrende la docente di scienze dell’Itis “Viola Marchesini” di Rovigo. Dopo la promozione a pieni voti di due dei cinque studenti che nell’ottobre scorso le avevano sparato al volto con una pistola a pallini, è decisa ad andare avanti con i suoi legali. L’insegnante Maria Cristina Finatti è delusa e in un’intervista concessa al Corriere della Sera non fa nulla per nasconderlo. “Vado avanti con la mia denuncia – ha dichiarato amareggiata – e ci penserà il tribunale dei minori a far capire ai ragazzi la gravità di quanto accaduto”. Un messaggio inequivocabile che conferma lo stato di frustrazione subito. La professoressa è adirata non solo perché per quella bravata avrebbe potuto perdere un occhio, ma soprattutto per il dileggio organizzato dai ragazzi, i quali dopo aver filmato l’episodio in un video lo hanno fatto girare sui social media.

La promozione con il nove in condotta

Gli studenti coinvolti nel fattaccio sono stati promossi addirittura con il nove in condotta. “Una sberla morale – ha commentato la docente – sono profondamente delusa”. Maria Cristina Finatti si lamenta di non essere stata per nulla considerata dal consiglio di classe, pur non entrando nel merito delle decisioni prese dai suoi colleghi. L’insegnante non ha più lavorato nella classe incriminata dopo la querela agli iscritti, ma non riesce a spiegarsi come quegli alunni indisciplinati possano essere stati promossi con un voto così alto in condotta. La docente si aspettava che venissero bocciati. “Pensavo – ha evidenziato – che la scuola sottolineasse la gravità del fatto accaduto con voti bassi in condotta. Avevo partecipato nel primo quadrimestre al consiglio di classe sui primi due mesi di scuola, prima che mi togliessero da quella classe. Non so quanto bravi siano stati e non c’entrano i bei voti. Di certo la scelta di promuoverli è sbagliata”.

Le scuse mancate

L’insegnante di scienze è scontenta anche del comportamento successivo degli alunni. “Se fossero venuti a chiedermi scusa subito – ha detto – non sarei partita con la querela a tutta la classe. Ho sempre creduto nei più deboli e li ho aiutati anche quando colleghi mi dicevano perché affrontassi temi o discorsi aulici con i ragazzi speciali. Questo per sottolineare la mia estrema sensibilità”. Negli ultimi mesi Maria Cristina Finatti ha solo incrociato tra i corridoi i ragazzi che ha querelato, nessun contatto diretto, ma la docente è convinta che gli studenti la debbono pagare per il loro gesto inconsulto.

La decisione del tribunale dei minori

Ora è tutto nelle mani dei giudici del tribunale dei minori. “Spero – ha continuato la professoressa – che la giustizia faccia il suo corso.

I ragazzi e i loro genitori devono rendersi conto che è con le esperienze negative che si migliora. Le mamme e i papà vorrebbero sempre il bene per i figli ma è con le esperienze ostili che si impara a vivere. Non capisco perché dobbiamo essere sempre noi insegnanti a pagare o a essere colpevolizzati”.

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